Rieti, mangia, fa il bagno e muore:
genitori accusati di omicidio colposo

Giovanissimi al mare (archivio)
di Sara Menafra
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Lunedì 12 Dicembre 2016, 08:16 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 10:54
RIETI - Dopo il dolore, la disperazione, ora c'è il peso di una responsabilità penale consistente. Il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, ha valutato che per la morte di Francesca sia necessario un processo per omicidio colposo e omissione di controllo genitoriale. Perché quando la ragazza si è buttata in acqua subito dopo aver mangiato, ed è morta annegata, i suoi genitori erano distratti, non la guardavano. E come ha raccontato la sorella minore della ragazzina, si sono accorti della sua assenza parecchio tempo dopo che era scomparsa nell'acqua. Dunque, inchiesta penale e probabilmente processo il gup prenderà l'ultima decisione a gennaio.

L'indagine è destinata a far discutere visto che per la prima volta sono i genitori di un minorenne morto in una disgrazia a rispondere delle conseguenze penali davanti alla legge. I fatti risalgono al 2011 quando, a giugno, la famiglia Rossi (nessuna generalità reale perché la sorella della vittima è ancora minorenne) va al lago del Salto, a Borgo San Pietro di Petrella, per sfuggire al gran caldo. Vengono dai dintorni di Roma ma sono nel reatino per una gita e si fermano allo stabilimento balneare Spiaggia dei Pioppi. Mangiano abbondantemente, Francesca prende anche una porzione di pollo con i peperoni, poi si sdraiano sul prato non lontano dal lago. Forse perché i genitori erano in dormiveglia, le due sorelle vanno verso l'acqua. La più grande, Francesca, non si fa fermare dalla sorellina Antonia di otto anni, e prende a nuotare verso il largo mentre la più piccola sta a guardare. Dopo qualche minuto, però, la bambina non vede più la sorella maggiore e corre a chiamare il padre che a quel punto si butta in acqua per raggiungerla e soccorrerla.

CINQUE MINUTI DI APNEA
Le cose si svolgono abbastanza rapidamente, arriva una eliambulanza che porta Francesca al Policlinico Gemelli di Roma. Ma le sue condizioni appaiono subito gravissime: stando a quello che diranno poi i medici del 118 di Rieti, i primi ad intervenire, la giovane sarebbe rimasta in apnea quasi cinque minuti. Troppo, per chiunque. Mentre è ancora nel reparto di Terapia intensiva, la ragazza muore. La autopsia confermerà poi i primi sospetti: a ucciderla sarebbe stato proprio il fatto di aver affrontato l'acqua, fredda come può essere quella di un piccolo lago a giugno, a stomaco pieno, visto che il referto parla di acqua nei polmoni e affogamento.
Una tragedia, dice la procura di Rieti, che, però, forse, si sarebbe potuta evitare se i genitori avessero sorvegliato come sarebbe loro obbligo fare dal punto di vista civile e penale. Ecco perché è scattata l'iscrizione per omicidio colposo per entrambi, oltre all'inchiesta sulla gestione dello stabilimento balneare.

NUOVA PERIZIA
L'indagine non è ancora conclusa: nel fissare l'udienza preliminare del prossimo 18 gennaio, il gup ha condizionato le proprie decisioni al conferimento dell'incarico per una nuova perizia medica, per appurare che Francesca sia effettivamente morta per il bagno, come ha già stabilito l'autopsia. Anche per il gestore dello stabilimento, dice il capo di imputazione, l'accusa è di omicidio colposo per «imprudenza, negligenza e imperizia». E anche perché «oltre che in violazione del regolamento citato, ometteva di predisporre un idoneo presidio di salvataggio continuativo durante il funzionamento dell'impianto, e comunque di apporre semplici cartelli indicativi del pericolo derivante dalla balneazione non assistita».

Per i genitori di Francesca, stesse accuse, oltre alla contestazione di aver violato «gli obblighi di legge derivanti dalla loro qualità». «Omettevano - scrive il pm - di vigilare sul comportamento della minore e di impartirle idonee informazioni sui rischi della balneazione postprandiale, e non impedivano alla medesima di tuffarsi a stomaco pieno nelle acque del lago del Salto».
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