Etruria, in Tribunale il verdetto sull'insolvenza: c'è il rischio bancarotta

Etruria, in Tribunale il verdetto sull'insolvenza: c'è il rischio bancarotta
di Valentina Errante
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Lunedì 8 Febbraio 2016, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 12:55
dal nostro inviato
AREZZO
Il giorno del giudizio è arrivato. E' quello dell'udienza davanti al Tribunale civile di Arezzo, chiamato a decidere sullo stato di insolvenza di Banca Etruria: un default da un miliardo e 167 milioni di euro. La sentenza, che difficilmente arriverà oggi, determinerà anche le sorti dell'inchiesta giudiziaria; era stato lo stesso procuratore, Roberto Rossi, titolare delle indagini sull'ex popolare, a spiegare ai colleghi del Csm di essere in attesa, per prima cosa, della relazione del commissario liquidatore della banca, per il quale lo stato di insolvenza è evidente, poi della decisione del Tribunale, che aprirebbe inevitabilmente il capitolo della bancarotta per gli ex vertici dell'istituto.
Quando il giudice relatore, Antonio Picardi, comincerà a illustrare i fatti, è probabile che i risparmiatori avranno già iniziato da un pezzo a protestare davanti al Tribunale, presidiato dalle forze dell'ordine proprio in vista della manifestazione degli investitori che hanno perso tutto.

IN AULA
Toccherà a poi a Giuseppe Santoni, commissario liquidatore dell'ex Bpel, parlare per fornire i numeri del disastro che ha già indicato nella sua relazione e negli allegati, dai quali emergono con chiarezza le gravi inadempienze, la mala gestio e gli sprechi che hanno contribuito a determinare il default.
 
Un miliardo e 167 milioni di euro il “buco” complessivo della banca, 587 milioni per il deficit accumulato al 30 settembre più 580 emersi al momento della risoluzione del 22 novembre. Ammonta a 305 milioni di euro la cifra che la vecchia Banca Etruria non sarebbe in grado di restituire al fondo di risoluzione (283 milioni a i quali si aggiungono 22 milioni di euro destinati ad alcuni obbligazionisti subordinati che non sono rientrati nel bail-in).

Per Santoni, che lo stato di insolvenza l'ha chiesto, non ci sono dubbi. Poi sarà la volta degli avvocati Michele Desario e Antonio Giunta, legali dell'ultimo presidente della banca, Lorenzo Rosi, decisi a sollevare una questione di legittimità costituzionale sul bail-in, varato dal governo il 22 novembre scorso. Il decreto, secondo Rosi, sarebbe illegittimo sotto il profilo della violazione degli articoli 3 (principio di eguaglianza) e 47 (tutela del risparmio).Nella memoria difensiva dell'ultimo presidente dell'istituto bancario aretino viene anche smentito lo stato di insolvenza della banca.

Se il collegio, presiduto da Clelia Galantino (presidente del Tribunale) dovesse ritenere la questione di costituzionalità non manifestamente infondata, l'udienza verrebbe sospesa e gli atti rimessi alla Consulta. Altrimenti si proseguirà entrando nel merito fino alle conclusioni, affidate alla procura. Oltre a Rossi, saranno presenti tutti e quattro i magistrati del pool che indaga su banca Etruria. Agli atti anche una memoria di Bankitalia, rappresentata da un legale, al quale il Tribunale potrebbe chiedere di intervenire. In caso di dichiarazione di insolvenza, la mossa successiva sarà del procuratore di Arezzo e per gli ex vertici, tra i quali Pier Luigi Boschi, padre del ministro delle Riforme, l'accusa di bancarotta sarebbe quasi un atto dovuto.
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