Migranti, emergenza sbarchi, Avramopoulos: «L’Italia in regola sui diritti umani»

Migranti, emergenza sbarchi, Avramopoulos: «L’Italia in regola sui diritti umani»
di Teodoro Andreadis Synghellakis e Fabio Veronica Forcella
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Lunedì 16 Ottobre 2017, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 16:53
«Nessun migrante salvato in mare è stato riportato in Libia e il ministro Minniti sta facendo un lavoro gigantesco, in linea con il principio del non respingimento». A parlare in un’intervista a Il Messaggero è il Commissario Ue per i migranti, Dimitris Avramopoulos, dopo che il Consiglio d’Europa ha chiesto all’Italia informazioni riguardo all’accordo sui migranti. 

Commissario, il Consiglio d’Europa chiede chiarimenti sull’accordo sui migranti firmato con la Libia. Ci sono responsabilità italiane sulle condizioni dei migranti oggi in Libia?
«La responsabilità della situazione dei migranti in Libia è prima di tutto delle autorità libiche, che – almeno nelle aree sotto il loro controllo – devono adottare misure per garantire che i diritti umani dei migranti siano pienamente rispettati e combattere contro le organizzazioni criminali. Negli ultimi mesi la Ue ha lavorato a stretto contatto con la comunità internazionale per sostenere la stabilizzazione della Libia». 

Anche con l’Italia?
«Sì. Insieme al governo italiano abbiamo aiutato le autorità libiche contro i trafficanti e sostenuto l’Iom e l’Unhcr per migliorare la situazione dei migranti presenti in Libia. Stiamo facendo molto anche nei paesi di origine e di transito per impedire l’ingresso irregolare in Libia. Migliorare la situazione e riportare la stabilità in Libia, è un dovere morale condiviso e internazionale».

Eppure, Nils Muiznieck, il Commissario del Consiglio Ue ricorda all’Italia il rispetto della Convenzione per i diritti umani…
«L’Italia ha ripetutamente dimostrato il proprio impegno nei confronti dei diritti umani attraverso i suoi enormi sforzi nel ricevere i migranti, salvando vite in mare e prevenendo un trattamento disumano delle persone. Un impegno pienamente in linea con le proprie responsabilità nell’ambito della “Convenzione europea per i diritti dell’uomo”. Inutile dire che ci troviamo di fronte ad una situazione travolgente e l’Italia, nei nostri sforzi comuni, è all’avanguardia».

Il Ministro Minniti ha precisato che il nostro paese non ha mai partecipato ad attività di respingimento, ma solo di formazione e supporto alla Guardia costiera libica. È una posizione che condivide?
«Nessuno dei migliaia di migranti e rifugiati salvati in mare è stato riportato in Libia, ma sono stati salvati e portati in Italia, dove hanno ricevuto assistenza e protezione. Il ministro Minniti da quando è in carica e gestisce le numerose sfide dei flussi migratori nel Mediterraneo centrale, sta facendo un lavoro gigantesco. L’Italia sta agendo con vero spirito europeo, ed è inutile dire che è pienamente in linea con il principio del non respingimento». 

Il Consiglio d’Europa chiede informazioni anche in merito al nuovo codice per le Ong. È un codice che continua a convincerla?
«Sì, abbiamo bisogno di un forte coordinamento tra tutti gli attori che operano nel mare. La maggior parte delle Ong sta sostenendo i nostri sforzi per salvare vite umane e per questo gli siamo grati. Abbiamo bisogno di regole chiare per evitare che le nostre azioni, involontariamente, rendano più facile la vita ai trafficanti. Il codice di condotta va in questa direzione. Incoraggiamo ancora una volta le Ong a firmarlo. Per affrontare le sfide migratorie, abbiamo bisogno di volontà politica, profonda cooperazione e nessuna pietà per i criminali».

Nelle ultime settimane si moltiplicano gli arrivi dalla Tunisia, con un rischio concreto sul versante della sicurezza e del terrorismo. La Commissione è pronta a collaborare con l’Italia anche su questo fronte?
«Da luglio abbiamo registrato un numero decrescente di arrivi dalla Libia, ma dobbiamo restare vigili e sviluppare una solida cooperazione con i paesi di origine e di transito per ridurre al minimo i rischi. La Commissione e la Guardia costiera e di frontiera europea stanno monitorando i flussi migratori alle frontiere esterne della Ue. Sono stato a Tunisi questa estate, per vedere come possiamo cooperare ulteriormente. Per quanto riguarda la sicurezza, tutte le persone che arrivano in Italia devono passare attraverso controlli di sicurezza completi. Tali controlli dovrebbero includere impronte digitali e ricerche in tutte le banche dati internazionali. Allo stesso tempo, deve essere intensificato il rimpatrio di coloro che non hanno il diritto di rimanere. Siamo pronti a fornire ulteriore sostegno all’Italia in caso di necessità e di richiesta dalle autorità italiane».
 
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