Maxi soccorso per tremila migranti, mobilitate tutte le navi europee

Maxi soccorso per tremila migranti, mobilitate tutte le navi europee
di Roberto Romagnoli
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Domenica 7 Giugno 2015, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 15:51

Si fuggiva prima dell'arrivo dei jihadisti dello Stato islamico, a maggior ragione si fugge oggi. La spinta di centinaia di migliaia di migranti è inarrestabile e dalle coste libiche partono ininterrottamente decine di barconi che fanno rotta verso la Sicilia. Ieri l'allarme su migliaia di migranti alla deriva è stato lanciato dalla Hms Bulwark, l'unità della Royal Navy che il governo di David Cameron ha messo a disposizione di recente nell'ambito della missione europea Triton nel Mediterraneo.

E mentre le unità navali di soccorso di vari paesi europei rispondevano all'appello della Marina britannica, dalla Libia arrivavano notizie destinate a rendere ancor più potente la spinta di chi vuole fuggire.

Notizie di nuove vittorie dell'Isis in Libia, del rafforzamento dei confini algerini per il timore di attentati da parte delle milizie del califfato, di decine di cristiani rapiti.

L'ALLARME

L'ennesima giornata di emergenza nel Canale di Sicilia scatta quando la Marina britannica lancia l'Sos per l'avvistamento di una quindicina di barconi carichi di migranti in balìa del mare. A bordo della Hms Bulwark c'è anche il ministro della Difesa britannico, Michael Fallon che davanti all'impressionante ondata di disperati, forse ignaro che l'emergenza è quotidiana e sorvolando sul no del suo governo alla ripartizione di quote di migranti chiesta dall'Italia, afferma a Skynews che «dobbiamo condividere più informazioni di intelligence, capire chi è responsabile del traffico di esseri umani e spazzare via le organizzazioni criminali coinvolte». Poi Fallon agita lo spauracchio di «ondate colossali» di migranti «se l'Europa non si metterà d'accordo per affrontare il problema alla radice». La Bulwark, riferisce Skynews, come altre unità di Paesi Ue, Italia inclusa, fa subito rotta verso la Libia. Si mettono in moto una serie di azioni di salvataggio in simultanea. Nel frattempo da Londra, fonti di intelligence confermano quello che fonti italiane vanno ripetendo da mesi e cioè che sono almeno mezzo milione le persone già radunate sulle coste libiche in attesa di imbarcarsi.

LE NAVI ITALIANE

Il capo del settore centrale della Guardia costiera della Libia, colonnello Reda Issa, riferisce dal canto suo all'agenzia Ansa che unità militari italiane e tedesche, prima dell'allarme britannico, hanno già portato a termine ieri il salvataggio di oltre 200 persone a ridosso delle coste libiche. A ridosso di quelle siciliane, invece, le navi Driade e Vega della Marina militare italiana portano in salvo quasi 900 migranti.

Se in mare a “dominare” sono le unità navali europee, sul terreno libico a dominare sono le milizie del califfato. I fondamentalisti dello Stato islamico hanno preso possesso di Harawa, un centro di 2.600 abitanti, circa 70 chilometri a est di Sirte. La conquista garantisce all'Isis continuità territoriale da Sirte a un'altra sua roccaforte, Nawfaliyah, altri 70 km più a Est, e il controllo della strada che dopo altri 50 km arriva ai maggiori terminal petroliferi libici, quelli di Ras Lanuf. Con un “califfato” a Derna, oltre 700 km più a Est, in Cirenaica, l'Isis è presente in sacche di resistenza jihadiste a Bengasi ma viene viene segnalato attivo anche circa 250 km a Sud di Sirte e nell'Ovest. E proprio nell'Ovest, come segnalato da una Ong, lo Stato islamico avrebbe rapito 86 migranti eritrei cristiani mentre erano in viaggio su un automezzo verso Tripoli: i jihadisti hanno separato i migranti cristiani da quelli musulmani, lasciando liberi solo ultimi liberi. Gli eritrei sono stati sottoposti a una sorta di esame sul Corano per provare chi fosse musulmano e chi no. Chi non ha saputo rispendere alle domande è stato portato via e si teme ora che possa fare la fine dei 20 copti decapitati su una spiaggia di Sirte come mostrato in un video a febbraio.

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