CHI AVRÀ IL DENARO
La scusa per tirare qualche somma è arrivata dal piano da un miliardo e 35 milioni di euro per finanziare la ricostruzione di opere pubbliche distrutte. La somma servirà a ricostruire scuole (276 milioni di euro), caserme (92 milioni), case comunali (147 milioni) e popolari (136 milioni). Il piano attribuisce 605 milioni di euro alle Marche, 156,86 milioni all’Abruzzo, 149,53 milioni al Lazio e 122,51 all’Umbria. Stilato l’elenco provvisorio del piano chiese (Lazio, Umbria, Abruzzo e diocesi di Macerata, Camerino e Fabriano) da ricostruire. Al capitolo delle chiese, ritenuto decisivo dalla conferenza episcopale per dare una casa comune alle genti colpite dal sisma, saranno destinati 250 milioni. Per arrivare a dieci miliardi e 300 milioni circa occorre anche inserire i fondi per la ricostruzione dei privati circa 6,5 miliardi, quella per le strade (oltre 600 milioni) con l’80 per cento di quelle con danni diretti già finanziate, per il dissesto idrogeologico (400 milioni) oltre ai fondi europei per circa altri 400 milioni. A proposito del dissesto idrogeologico, la De Micheli: «Ci siamo fatti autorizzare dalle Camere attraverso una modifica del decreto n. 189, che una parte delle risorse per la ricostruzione venga utilizzata per il dissesto idrogeologico in modo da fare una ricostruzione più sicura. Credo sia la prima volta che accade in una ricostruzione post terremoto - ha aggiunto - e che rappresenti un punto di non ritorno in termini di visione complessiva della ricostruzione». Via libera da subito all’intervento per Amatrice e Accumoli (36 milioni).
IL 90 PER CENTO DELLE CASETTE
Senza alzare il tono sulle polemiche, Borrelli, capo della protezione civile, ha fatto il punto sulle casette e sulle persone assistite con una promessa: entro febbraio di consegnare il 92% delle Sae: rispetto al fabbisogno di 3.662 casette ne sono state consegnate finora il 63% (2.286). Entro gennaio l’obiettivo è arrivare al 74%. Sono in totale 51.400 le persone assistite dal sistema di protezione civile, di cui 41 mila con Cas (contributo di autonoma sistemazione), tra le quali 21 mila solo nelle Marche. In 5.362 sono ospitati in alberghi o campi container, mentre 760 allevatori alloggiano in moduli rurali. Tra qualche giorno verranno implementate con nuove risorse anche altre vecchie ordinanze relative a cimiteri, edifici di culto e scuole. Ora, solo la burocrazia potrebbe fermare il rullo della ricostruzione. E non solo quella pubblica, anche quella più interessata degli studi tecnici privati.
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