Siracusa, uccide la moglie e simula un incidente, incastrato dal figlio piccolo: l'ha bruciata

Siracusa, uccide la moglie e simula un incidente, incastrato dal figlio piccolo: l'ha bruciata
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Venerdì 8 Settembre 2017, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 13:59
SIRACUSA «È stato papà a dare fuoco alla mamma»: sarebbe stata questa confidenza fatta alla nonna materna dal figlio minorenne di Sebastiano Iemmolo, 36 anni, arrestato per il femminicidio della moglie, Laura Pirri, 31 anni, a imprimere una svolta decisiva alle indagini della polizia, coordinate dalla Procura di Siracusa. Iniziata come inchiesta su incidente domestico è stata portata avanti per femminicidio.

La donna è morta il 25 marzo scorso nell'ospedale di Palermo, 18 giorni dopo che l'uomo, secondo l'accusa, le ha versato della benzina addosso e appiccato fuoco perché lei si era rifiutata di dargli 20 euro. Senza l'ammissione del figlio testimone dell'uxoricidio le indagini sarebbero state molto più complesse. Perché Iemmolo all'inizio aveva parlato di incidente domestico: la donna, aveva spiegato, sarebbe rimasta vittima mentre, a casa loro, a Rosolini, cercava di cucinare con una bomboletta da campeggio che all'improvviso era esplosa. Gli investigatori non erano convinti della ricostruzione fatta dall'uomo, disoccupato, che, ricorda la Questura di Siracusa, è noto in paese per «il sistematico ricorso alla violenza per risolvere controversie di ogni natura». Come quella volta che bruciò l'auto di un vicino che non sopportava e poi costrinse sua moglie a dire di essere stata aggredita dall'uomo mentre era incinta, ma non era vero.

INDAGINI DELICATE
È la stessa Questura a sottolineare «la delicatezza dell'indagine» per il «fatto che il figlio minorenne aveva assistito all'omicidio della madre per mano del padre». E lo confessa alla nonna materna: gli racconta quello che ha visto e accusa il padre. Una testimonianza raccolta dalla Procura di Siracusa, ma trattata con assoluta cautela. Sono così scattate indagini complesse anche per il «contesto di omertà dovuta al timore di ritorsioni da parte di Iemmolo».
Il procuratore Francesco Paolo Giordano, che col sostituto Tommaso Grillo ha coordinato le indagini, ha indagato il capofamiglia 36enne e ottenuto intercettazioni ambientali nella casa della madre dell'uomo, dove lui era andato a vivere dopo il sequestro della casa coniugale. Ed è lui a tradirsi: viene sentito mentre, «con sua madre e il figlio», sono «protesi a concertare una versione di comodo», rivelando anche il movente, «portato a compimento per pochi euro negati dalla vittima al suo assassino». Della moglie dice: «Io a Laura me la sono presa a 17 anni, e di colpi ne ha presi una marea», ma «il suo segreto se l'è portato nella tomba con lei». E alla madre che cerca di dissuaderlo di fare pressioni sul figlio ricordandogli che «sono bambini, è inutile... gli esce la verità», Iemmolo replica: «lui non è scemo». Negli atti dell'inchiesta anche l'intercettazione di un vicino che commenta il delitto: «Ora è sua moglie, prima quando la scassava di legnate non era sua moglie... l'ha uccisa per 10-20 euro». E anche lo sfogo di un parente della donna che lo ricorda così: «o ti ammazzava o ti scassava la testa come ha sempre fatto...» . Il Gip Michele Consiglio ha emesso un'ordinanza cautelare in carcere ipotizzando i reati di omicidio, maltrattamenti, lesioni, incendio e calunnia.