Como, svolta nel giallo dell'architetto ucciso, arrestati ex moglie e amante: la donna voleva l'affido esclusivo delle figlie

Como, svolta nel giallo dell'architetto ucciso, arrestati ex moglie e amante: la donna voleva l'affido esclusivo delle figlie
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Mercoledì 5 Ottobre 2016, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 11:46

Svolta nell'inchiesta sull'omicidio di Alfio Vittorio Molteni, l'architetto di 58 anni ucciso a Carugo, nel comasco, il 14 ottobre dell'anno scorso: l'ex moglie dell'uomo e il suo commercialista sono stati arrestati dai Carabinieri di Como e da quelli del Reparto crimini violenti del Ros con l'accusa, secondo quanto si è appreso, di essere i mandanti del delitto. Nei mesi scorsi erano finiti in carcere altri dieci indagati, accusati di essere gli esecutori materiali dell'omicidio e i fiancheggiatori.

Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Como su richiesta della procura, vengono contestati vari reati: omicidio aggravato, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di pistola, danneggiamento e stalking. L'architetto venne ucciso nel cortile della casa in cui viveva con l'anziano padre e una zia, dopo la separazione dalla moglie. Solo due i colpi esplosi: uno alle gambe e l'altro, letale, alla parte bassa della schiena. Tra le ipotesi prese in considerazione a caldo dagli investigatori anche quella che i killer, nascosti dietro i cespugli del giardinetto condominiale, intendessero solo dare un avvertimento al professionista e non ammazzarlo. Del resto, appena qualche mese prima, Molteni era stato vittima di alcuni pesanti atti intimidatori: in una occasione qualcuno aveva dato fuoco alla sua Range Rover parcheggiata in un box sotto lo studio di Mariano Comense; in un'altra, in pieno giorno, erano stati esplosi otto colpi di pistola contro la stessa casa di Carugo teatro dell'omicidio, che avevano perforato una tapparella. In entrambi i casi, Molteni aveva presentato denuncia ai carabinieri, negando di avere ricevuto minacce. Le indagini dei carabinieri del Ros e di quelli di Como hanno portato nel corso dei mesi, in fasi diverse, all'arresto di dieci persone, tra cui i due presunti esecutori materiali dell'omicidio e gli autori degli atti intimidatori compiuti prima del delitto. Ma sul movente era rimasto il giallo.



Il movente dell'omicidio dell' architetto Alfio Molteni va ricondotto alla tormentata separazione con la moglie Daniela Rho, in particolare in relazione ai contrasti sull'affidamento delle figlie che la donna voleva ottenere in via esclusiva. La Rho avrebbe anche usato gli atti intimidatori precedenti l'omicidio e lo stesso delitto per descrivere Molteni come persona con frequentazioni equivoche e pericolose così che all'uomo fosse impedito dal Tribunale di Como di vedere le figlie per tutelare la loro incolumità.

Il 17 giugno del 2015 il Tribunale di Como aveva stabilito che le figlie minorenni trascorressero il fine settimana nell'abitazione del padre e, la notte stessa fu appiccato l'incendio della finestra dell'abitazione dell' architetto da due degli arrestati nei mesi scorsi che agivano su richiesta di Brivio e della Rho. A luglio - hanno ricostruito i carabinieri - furono sparati colpi di arma da fuoco verso la finestra della casa di Molteni.
La moglie aveva presentato tramite i suoi legali un'istanza per chiedere l'interruzione dei rapporti e dei pernottamenti delle bambine dal padre, motivata con l'esistenza di un grave pericolo per l'incolumità per le piccole causato proprio dagli atti intimidatori subiti dall' architetto. In agosto il Tribunale di Como aveva rigettato la richiesta di incontri protetti avanzata da Daniela Rho e aveva ripristinato gli incontri delle bambine con il padre nella casa di famiglia senza la presenza della madre e di altri operatori. Due giorni prima dell'omicidio, Daniela Rho aveva presentato un nuovo ricorso d'urgenza per ottenere la sospensione di quest'ultimo provvedimento ma il ricorso era stato rigettato il 13 ottobre dell'anno scorso.
Il giorno dopo Vincenzo Scovazzo e Michele Crisopulli, arrestati nei mesi scorsi, uccisero l'architetto per un compenso di 10mila euro.

Daniela Rho, moglie di Alfio Molteni, parlando con la madre, il 17 gennaio scorso, diceva: «Sono vedova...

sono a posto, se io vado a fare il corso di fidanzati, mi sposo in chiesa». L'intenzione era di sposarsi con Alberto Brivio, il suo commercialista e amante, anch'egli in carcere. La conversazione è agli atti dell'inchiesta, visionati dall'ANSA.

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