D’Urso, si riapre l’eredità. Un’americana: sono la figlia

D’Urso, si riapre l’eredità. Un’americana: sono la figlia
di Rosario Di Mito
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Giovedì 17 Novembre 2016, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 12:52
Si definiva il secondo avvocato d’Italia dopo Gianni Agnelli, eppure l’imponderabile nascosto nelle pieghe della sua poliedrica vita, potrebbe sparigliare le carte adesso che non c’è più. L’eredità di circa 21 milioni di euro di Mario d’Urso, avvocato, banchiere, politico, con comparsate cinematografiche in gioventù (nella Dolce Vita, Guendalina, Primo Amore), scomparso il 5 giugno 2015 e ripartita attraverso lasciti a un nipote e ad alcuni legati, in esecuzione del testamento redatto a Roma il 16 maggio dello stesso anno presso il notaio Paolo Fenoaltea, potrebbe essere rimessa in discussione. Una signora americana, Nikki Carlson, 58 anni, avvocato, rivendica infatti di essere la figlia naturale di quello che è stato uno dei personaggi più in vista della finanza, dei salotti e del jet set internazionale del secolo scorso, in buoni rapporti oltre con Gianni Agnelli, anche con Henry Kissinger, la signora Marcos e Fausto Bertinotti, quest’ultimo uno dei beneficiari dei suoi lasciti (500mila euro).

DEPOSITO IN TRIBUNALE
L’avvocato Carlson, secondo quanto ricostruito dal Messaggero, sarebbe riuscita a provare il suo status di figlia attraverso la prova del dna che avrebbe dato un risultato positivo al 95%. E facendosi assistere in Italia dall’avvocato Bianca Maria Terracciano dello studio Storace di Roma, grande esperta in diritto di famiglia, è pronta a intentare davanti al tribunale di Roma il giudizio di riconoscimento di filiazione naturale, propedeutico all’impugnativa del testamento. Il suo obiettivo è il riconoscimento dello status di erede. Questo significa che ove i giudici dovessero considerare valide le prove sulla ricostruzione genetica, riconoscendola, quindi, figlia di d’Urso, a Nikka Carlson spetterebbe la quota della legittima pari a circa due terzi dei beni ripartiti in esecuzione del testamento: un controvalore di 14 milioni circa. Una causa del genere attraverso tre gradi di giudizio, potrebbe durare anche una decina d’anni. Con la sentenza definitiva passata in giudicato l’esecutore testamentario Gaetano De Gregorio, commercialista di Roma, dovrebbe riprendersi tutti i beni, far valutare quadri, tenute, vestiti e procedere a una nuova assegnazione. Probabilmente si aprirebbe una disputa giudiziaria in quanto, verosimilmente, alcuni dei beneficiari potrebbero insinuarsi in giudizio per smontare le rivendicazioni della signora americana. 

LA RIPARTIZIONE
Questo personaggio multiforme nato a Napoli da un avvocato romano (Alessandro) e dalla aristocratica partenopea Clotilde Serra di Cassano ha voluto distribuire le sue ricchezze tra nipoti e amici. La proprietà di Amalfi alle quattro nipoti (Nine, Violetta, India e Clotilde), figlie del fratello Luigi e la tenuta di Campagnano con alcuni quadri, più un milione cash ad Anura Milla Patabendige. Dei quadri, quello di Andy Wharol “Falce e martello” è finito a Roberto Simeone, avvocato a lui molto legato, altri due Andy Wharol raffiguranti Mao Tse Tung a Bertinotti, un John Rodge è andato all’ex banchiere Massimo Ponzellini, due Morandi a Giovanna Albertini, moglie del fratello Carlo, avvocato molto noto, qualificato e ben voluto per la sua bonomia, preparazione, competenza e modestia, scomparso anche lui quattro mesi prima; i tanti vestiti al nipote Francesco. Delle disponibilità liquide di New York depositate presso Morgan Stanley, Gabelli, Aea Investors invece, previo trasferimento su un conto corrente acceso in Ubs a Milano, hanno beneficiato Mario Calvo Platero, giornalista di New York (500 mila euro), Simeone (5 milioni), un milione a testa alle quattro nipoti figlie di Luigi d’Urso, un milione alla cognata Albertini. 
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