Corona, il giudice: «Deve restare in carcere, è pericoloso». E lui annuncia lo sciopero della fame

Corona (Ansa)
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Mercoledì 13 Settembre 2017, 12:23 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 11:33

Per il giudice del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Beatrice Crosti, Fabrizio Corona deve rimanere in carcere. Il magistrato, infatti, come anticipato dal suo legale Ivano Chiesa a 'Mattino Cinque', ha bocciato la richiesta di affidamento in prova in una comunità che era stata avanzata nelle scorse settimane dalla difesa dell'ex 're dei paparazzi'. Corona, come spiegato all'Ansa dall'avvocato dell'ex paparazzo Ivano Chiesa, che ha presentato istanza assieme al legale Antonella Calcaterra, ha deciso di fare «lo sciopero della fame» per protestare contro questa decisione.
 

 

Il giudice, da quanto si è saputo, ha fatto riferimento nel suo provvedimento alla condanna di tre mesi fa per un reato fiscale e ai suoi comportamenti non consoni durante l'affidamento in prova che fece, prima di essere arrestato lo scorso ottobre. Con l'arresto per la vicenda dei 2,6 milioni di euro sequestrati la Sorveglianza revocò l'affidamento. Tra i comportamenti non consoni le famose foto 'hot' in barca con la fidanzata Silvia Provvedi del maggio 2016.

Ci sono «concreti elementi» che testimoniano la «attuale pericolosità sociale» di Fabrizio Corona che, quando era in affidamento in prova, ha commesso «plurime violazioni delle prescrizioni», come quando nel gennaio del 2016 è stato controllato in auto dalla polizia stradale di Trani mentre era «in compagnia di pregiudicati», scrive inoltre il giudice della Sorveglianza di Milano Beatrice Crosti nel provvedimento con cui ha respinto la «richiesta di applicazione dell'affidamento terapeutico in via provvisoria» in una comunità nel Bresciano, presentata dalla difesa dell'ex agente fotografico.

Nell'atto il magistrato, oltre alla condanna che gli è stata inflitta tre mesi fa a un anno per un reato fiscale e ad altre violazioni durante l'affidamento come essere stato beccato in moto «senza patente» ed essere andato in vacanza a Capri con la fidanzata nel maggio 2016 senza autorizzazione (uscirono foto sui media), fa riferimento anche alle «assenze del Corona ai colloqui» al Sert «e ai controlli tossicologici».

Il giudice Crosti ha trasmesso gli atti della sua decisione al Tribunale di Sorveglianza in composizione collegiale, davanti al quale la difesa di Corona riproporrà la richiesta di affidamento e i giudici poi dovranno decidere, dopo un'udienza di discussione. «Passeranno dei mesi però», ha detto l'avvocato Chiesa. Il legale ha raccontato a 'Mattino 5' che Corona sta «malissimo, è abbattuto e arrabbiato perché questo non se l'aspettava. Mi ha detto che vuole iniziare a fare lo sciopero della fame perché questo non se l'aspettava proprio. Gli ho detto - ha aggiunto il legale - di ragionare, di non fare così ma lo conosco, ha un carattere molto forte ed è un uomo molto determinato e secondo me lo farà e quando lo farà lo farà fino alla fine perché lui dice che ora si sente un sequestrato. Ha fatto di tutto: è stato buono, è stato zitto, abbiamo fatto il processo subendo di tutto, abbiamo fatto l'istanza, si è fatto il mese d'agosto in carcere con 50 gradi e non ha mai detto niente ... ora dicono no alla scarcerazione ... è veramente tutto molto difficile da accettare». 

«Senza l'accusa della Boccassini che poi è caduta nel processo, Fabrizio sarebbe ancora fuori dal carcere in affidamento in prova», ha spiegato uno dei legali di Fabrizio Corona, l'avvocato Ivano Chiesa, commentando la decisione del giudice di non concedere l'affidamento in prova in una comunità nel Bresciano. Il legale ha sottolineato come l'ordinanza cautelare che ha portato in carcere Corona quasi un anno fa per la vicenda dei circa 2,6 milioni di euro trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria sia stata revocata, lo scorso 12 giugno, su decisione dei giudici del processo, i quali hanno anche assolto l'ex agente fotografico dalle accuse contestate per quei fatti, tra cui l'intestazione fittizia di beni.
Il magistrato nel provvedimento, come chiarito dal legale, ha fatto riferimento alla condanna di tre mesi fa ma, ha detto Chiesa, «per un reato fiscale per cui non era stato arrestato».

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