Coppia dell'acido, Martina Levato condannata a 20 anni di carcere

Coppia dell'acido, Martina Levato condannata a 20 anni di carcere
di Claudia Guasco
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Martedì 21 Febbraio 2017, 18:22 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 08:32

MILANO Vent'anni di carcere per tre aggressioni con l'acido e un tentativo di evirazione. Questo il verdetto della seconda corte d'Appello di Milano nei confronti di Martina Levato, accusata di associazione a delinquere e lesioni gravissime nei confronti di Stefano Savi e Giuliano Carparelli. I giudici hanno accolto la richiesta della difesa e hanno riconosciuto la continuazione con la prima sentenza di condanna, quella per il blitz contro Pietro Barbini, per il quale è stata già stata condannata a 14 anni. Per effetto della continuazione la condanna ammonta a trent'anni, con lo sconto di un terzo della pena grazie all'abbreviato la pena si riduce a venti. 

IL PIANTO DI MARTINA 
Alla lettura della sentenza Martina è scoppiata in lacrime: «Ha appreso come giusta la condanna per l'attacco a Pietro Barbini, ma per quella a Stefano Savi non si ritiene responsabile», spiega il suo avvocato Alessandra Guarini. Soddisfatto il pm dell'inchiesta, Macello Musso: «Martina Levato ha avuto il massimo della pena, è la conferma dell'impianto accusatorio». Il sostituto procuratore Maria Grazia Omboni aveva chiesto di aumentare le pene inflitte in primo grado a Levato e Magnani, di un anno (da 16 anni di carcere a 17 per lei) e di 4 mesi per il presunto basista, condannato in primo grado 9 anni e 4 mesi. Per il giovane la pena in Appello è stata confermata. Nelle motivazioni la corte si pronuncerà anche su un'ulteriore questione: dalle carte depositate in vista dell'udienza dai difensori della Levato è spuntato un episodio inedito. Boettcher, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2014, quando venne sfigurato Stefano Savi — scrivono i legali — avrebbe cancellato dal suo telefono i contatti su whatsapp con una persona di origine straniera dopo le tre del mattino, poco prima dell’aggressione. Contemporaneamente dal telefonino della Levato, oggetto della perizia delle esperte Maria Pia Izzo ed Eva Balzarotti, sarebbe stata fatta una telefonata a un nominativo italiano, anch'esso cancellato. Un comportamento giudicato «strano» dai legali che assistono l’ex studentessa e su cui hanno chiesto l’intervento dei giudici. 

STRADE SEPARATE 
Martina Levato, secondo l'accusa, ha teso l'agguato all'ex fidanzato del liceo Pietro Barbini con l'amante Alexander Boettcher, a sua volta condannato a 14 anni per l'aggressione a Barbini e a 23 anni per gli altri blitz con l'acido. Martina e Alex hanno avuto un figlio, nato ad agosto 2015, sottratto alla potesta' genitoriale e ora in comunita' e nel corso del processo le loro strade si sono separate. Lei, rendendo dichiarazioni spontanee, ha sostenuto che Boettcher «ha una responsabilità superiore nelle aggressioni rispetto alla mia e anche Magnani era consapevole». Martina ha attribuito al broker il ruolo del «regista» degli attacchi con l'acido, folle di gelosia verso tutti quelli con cui Martina aveva avuto una relazione. Alex, da parte sua, ha bollato le parole della giovane come «cattiverie» e ha continuato a professarsi «innocente». 
 

 


TRE AGGRESSIONI 
Le aggressioni con l'acido attribuite alla coppia sono tre, tutte avvenute nel 2014. Il 2 novembre Stefano Savi, 25 anni, studente alla Bocconi, viene aggredito sotto casa e sfigurato con due litri di acido sul viso. La sua unica colpa e' quella di assomigliare vagamente al l'assistente fotografo Giuliano Carparelli, il vero obiettivo di Martina e Alexander, che poi viene aggredito il 15 novembre. Carparelli, a differenza di Savi, si salva: ha un ombrello, riesce a ripararsi, viene inseguito da Boettcher ma riesce a fotografare la targa dell'auto dei suoi aggressori. Il 28 dicembre Martina rovescia due litri di acido muriatico in faccia all'ex compagno di liceo Pietro Barbini, con il quale ha avuto una relazione ai tempi della scuola. Solo qualche mese prima, a maggio, la follia della coppia ha mietuto un'altra vittima. Martina fissa un appuntamento con Antonio Margarito, ragazzo con cui aveva avuto un fugace rapporto l'estate precedente. Durante l'incontro lo porta nel parcheggio di un hotel di periferia e con un coltello tenta di evirarlo, Margarito per ripararsi dal colpo si ferisce a una mano.
Ora Boettcher è rinchiuso nel carcare di Bollate, dove è stato trasferito da San Vittore, e passa le sue gionate sui libri: è iscritto all'università della Bicocca ed è prossimo alla laurea in biologia. Domani invece Martina sosterrà il suo primo esame del corso di specializzazione in marketing, anche lei alla Bicocca, al quale si è iscritta dopo l'allontanamento della Bocconi. Ha completato il triennio, ma dopo la condanna è stata allontanata dall'università perchè non ritenuta più degna. 

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