LE MOSSE
Il primo risultato in materia di immigrazione, Kurz potrebbe incassarlo già prima di novembre, quando scade la deroga di due anni concessa dai regolamenti Ue sull'area Schengen. La sospensione, adottata da alcuni paesi, tra i quali l'Austria doveva essere una misura eccezionale, adottata per contrastare la minaccia terroristica e per impedire che migranti provenienti da altri Stati europei varcassero il confine in violazione del regolamento di Dublino, che impone al Paese di primo ingresso la gestione dei migranti. E invece la Commissione ha già chiesto una proroga su sollecitazione dei paesi interessati. Le polemiche non mancheranno perché la richiesta (arrivata anche da Francia e Austria) riguarda l'allungamento dai due ai quattro anni dei controlli alle frontiere. Ma è certo che adesso le politiche dell'Austria procederanno ancor più pesantemente in questa direzione. Lo scorso anno i controlli sono stati avviati anche in tanti valichi minori. L'obiettivo è riuscire a gestire eventuali nuovi flussi di massa, come quello che, due anni fa, proprio l'Austria sostenne dalla Slovenia. Per questo sono state predisposte buche nel terreno per poter installare rapidamente reti di recinzione. Del resto, la campagna elettorale del giovanissimo Kurz si è incentrata soprattutto sulle misure da attuare contro i migranti e l'islam radicale. «Faremo di tutto per fermare la migrazione illegale, fermeremo gli abusi del nostro sistema sociale». Cifre alla mano il giovane candidato ha spiegato che i numeri dell'accoglienza, sostenuti dall'Austria, soano sproporzionati. Per i poco meno di 9 milioni di abitanti (8.773.686) e in rapporto alla sua popolazione il Paese ospita attualmente oltre il doppio dei profughi presenti in Italia. Negli ultimi due anni le richieste di asilo sono state 1.998 per milione di abitanti in Italia e 4.587 in Austria.
IL VIMINALE
Il rapporto con l'ex ministro degli Esteri austriaco è già stato segnato dai precedenti estivi. La preoccupazione per le nuove politiche è inevitabile, ma si tendono a escludere scenari catastrofici. Le regole europee non possono essere violate e l'Austria, in caso contrario, incorrerebbe in procedure di infrazione. Si dà per scontata la proroga di controlli ai confini. Recentemente sono stati concessi anche sui treni che oltrepassano il Brennero. Ma gli spot da campagna elettorale, difficilmente, diventano politica.