Firenze, concorsi universitari truccati, il Riesame: «Desolante vassallaggio»

Un esame universitario
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Martedì 16 Gennaio 2018, 22:56
«Emerge, purtroppo, dall'insieme dell'inchiesta il desolante spaccato, in certi ambiti, di una 'koinè' universitaria dominata da metodi di cooptazione di carattere spartitorio, basati su reciproci favori anche di carattere corruttivo oltre che sui rapporti di potere e persino di 'vassallaggiò». Così il riesame nell'ordinanza di ieri sull'inchiesta per corruzione della procura di Firenze sui concorsi truccati per la docenza di diritto tributario. Ordinanza che conferma gran parte delle interdizioni decise dal gip il 6 settembre 2017, riformando invece le posizioni di sette indagati, con una riduzione da 12 a sei mesi della sospensione dalle università. Il riesame scrive che «tutti i ricorrenti si sono pienamente inseriti in essa ('koinè, ndr) accettandone le "regole" e condividendone fattivamente la "logica". Ciò implica la accertata disponibilità dei medesimi a pratiche illegali cosa che è indice di pericolo di recidivanza che deve essere cautelato». 

Il collegio del riesame, presidente Livio Genovese, ha confermato le interdizioni decise dal gip per una trentina di tributaristi, e abbassato a 6 mesi la misura interdittiva per altri cioè Francesco Tundo, Eugenio Della Valle, Loris Tosi, Giuseppe Marino, Thomas Tassani, Giangiacomo D'Angelo e Marco Greggi. Il riesame ha deciso su un ricorso del pm Paolo Barlucchi, che aveva impugnato l'ordinanza del gip rispetto alle posizioni di numerosi indagati. Sempre il riesame in questa ordinanza scrive che «è opportuno che l'interdizione si estenda a ogni attività accademica per meglio garantire un adeguato distacco dall'ambiente dove possono sorgere eventuali occasioni prossime di commissione di reati analoghi a quelli per cui si procede».

Infatti, si legge, gli indagati «hanno dimostrato di non aver remore a farsi coinvolgere, da protagonisti, in pratiche di illegalità assai perduranti e ramificate», «tuttavia il loro raggio d'azione appare legato tutto ed esclusivamente al mondo universitario». In atti «è comparsa la dicitura "corruzione accademica" e ritiene il tribunale che per evitare il rischio di reiterazione di reati "accademici" sia necessario ma anche sufficiente interrompere i legami degli indagati col mondo universitario e con quanto gli si connette. La misura interdittiva dall'insegnamento per sei mesi è adeguata al raggiungimento dell'indicato scopo cautelare. La durata è così quantificata anche per meglio proporzionarla rispetto a quella stabilita da questo stesso tribunale nell'ordinanze del 16 ottobre 2017». Inoltre il riesame ritiene che «l'esperienza vissuta» del coinvolgimento nell'inchiesta dei professori tributaristi indagati, «abbia avuto un effetto deterrente e monitorio cosicché possa ritenersi contenibile la durata della misura stessa in mesi sei».

L'ottobre scorso il riesame si era pronunciato su una prima tranche di misure revocando gli arresti domiciliari per cinque arrestati e attribuendo loro, invece, l'interdizione per 10 mesi.
Il riesame aveva anche respinto l'eccezione di incompetenza territoriale confermando la titolarità della procura di Firenze alle indagini.
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