Chi è Giovanni Colangelo, magistrato anti-Camorra

Chi è Giovanni Colangelo, magistrato anti-Camorra
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Mercoledì 11 Maggio 2016, 11:38 - Ultimo aggiornamento: 11:40
I colpi assestati ai clan della camorra che insanguinano Napoli, la guerra alla cosca dei Casalesi e alle sue diramazioni, il sequestro dei patrimoni illeciti. E ancora, le connessioni tra politica e malaffare, gli illeciti nella Pubblica amministrazione, tra cui i compensi a consiglieri regionali, il sistema di collusione tra imprenditoria pubblica e privata e la camorra. Senza dimenticare la battaglia per individuare gli assassini di vittime innocenti dei clan o indagini clamorose come quella sul furto dei volumi preziosi dalla Biblioteca dei Girolamini.

Sotto la guida di Giovanni Colangelo la Procura di Napoli ha assestato una serie di colpi al malaffare, puntando ad alzare il livello del contrasto e a individuare anche i mandanti di una serie di crimini. Ma da sempre Colangelo ha sottolineato, in più sedi, che la guerra alla camorra si combatte non solo sotto il profilo della repressione ma anche da un punto di vista sociale, ricreando condizioni di vivibilità sul territorio. La nomina di Colangelo, oggi 69 anni, è arrivata il 2 maggio del 2012 da parte del plenum del Csm, preferito all'altro nome in lizza, quello del procuratore di Nola, Paolo Mancuso. Tempestività e qualità del sistema giustizia le sue stelle polari.

Prima di arrivare a Napoli, Colangelo era stato dal 2008 procuratore a Potenza con alle spalle la lunga esperienza alla Procura di Bari dove aveva avuto modo di occuparsi di reati contro la pubblica amministrazione e la criminalità economica.
Colangelo ha iniziato la carriera di magistrato come pretore a Chivasso nel 1973, poi a Gioia del Colle (dal 1977) e a Bari (dal 1989). Nel 1991 il passaggio alla procura presso il tribunale di Bari, prima come sostituto procuratore e dal 2000 come procuratore aggiunto dove ha fatto parte del gruppo di lavoro specializzato nella repressione dei reati societari, bancari e finanziari. Nel 1999 alla Dda , dove ha creato l'organizzazione dell'ufficio sui collaboratori di giustizia; mentre dal 2002 si è occupato dei reati in materia di terrorismo e del coordinamento della cattura dei latitanti. Poi l'arrivo alla procura di Potenza, dove ha rimesso in piedi l'ufficio che era in una situazione difficile. 
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