Era stato rinviato a giudizio perché, verso le diciotto e trenta del pomeriggio del sette dicembre di qualche anno fa praticava «l'autoerotismo al passaggio» delle studentesse che frequentavano la cittadella universitaria luogo delle sue performance non richieste. Proprio questo particolare aveva portato i giudici a non tener conto della 'giustificazionè avanzata dall'imputato che sosteneva che si era trattato di un fatto «occasionale», del quale nessuno si era nemmeno accorto «per la ridotta visibilità del tramonto». In primo e secondo grado, l'uomo era stato condannato a tre mesi di reclusione convertiti nella multa di 3.420 euro. Ora gli effetti penali scompaiono. Il verdetto, depositato oggi e relativo all'udienza svoltasi il 28 giugno, è stato emesso dalla Terza sezione penale, presieduta da Luca Ramacci. Anche la Procura della Suprema Corte, rappresentata dal sostituto pg Giuseppe Corasaniti aveva concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per effetto della riforma. Pietro L. è stato difeso dall'avvocatessa Raffaella Spagnoletto.
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