Caserta. Esce dall’ospedale e muore nel parcheggio, aperta un'inchiesta

Caserta. Esce dall’ospedale e muore nel parcheggio, aperta un'inchiesta
di Ornella Mincione
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Sabato 23 Gennaio 2016, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 14:22
È andato al pronto soccorso dell’ospedale di Caserta perché vomitava e aveva forti dolori addominali: dopo sei ore di osservazione e dopo aver effettuato tutte le indagini del caso, esce dal pronto soccorso e, appena si mette in macchina, si accascia e muore. È ciò che è successo nella serata di giovedì a Giuseppe Bovenzi, 68 anni, di Pignataro Maggiore. Ed è subito stata aperta un’inchiesta da parte della magistratura.

«È arrivato in pronto soccorso intorno alle 15 - spiegano dagli uffici dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta - Lamentava un forte mal di pancia e vomitava. Abbiamo svolto tutti gli esami necessari, compresi quelli cardiaci, e tutti sono risultati negativi». Quelli cardiaci sono gli esami che probabilmente i magistrati valuteranno con maggiore attenzione, visto che, anche se non è stata ancora effettuata l'autopsia, è plausibile pensare che Giuseppe Bovenzi sia morto per un infarto.

«Il paziente aveva già avuto un arresto cardiaco qualche anno fa. Ragion per cui, come si fa in questi casi, abbiamo svolto anche indagini particolari come il dosaggio degli enzimi cardiaci», continuano dal nosocomio. Il dosaggio di questi enzimi, infatti, soprattutto su pazienti già cardiopatici (che hanno già avuto criticità cardiache), può indicare se ci sono problemi in questa sfera. «In pratica, se aumentano il paziente può avere un infarto: indicano cioè il danno cardiaco». L'uomo è entrato al pronto soccorso come codice verde, ovvero in qualità di urgenza differibile: in pratica, il paziente non è stato individuato come in urgente pericolo di vita. È chiaro che «qui, in ospedale, possiamo fare tutto il ponderabile: abbiamo appurato che non ci fossero criticità particolari e abbiamo svolto anche esami ecografici all'addome perché il paziente lamentava i forti dolori. Abbiamo anche dovuto insistere per effettuare l'ecografia, perché l’uomo, accompagnato da familiari, voleva andare via».

Ma anche quest'ultima indagine ha avuto esito negativo. Da qui la dimissione dell’uomo che, firmati i documenti di protocollo, è uscito dal pronto soccorso, dirigendosi al parcheggio dove si trovava la propria auto. Poi, però, il tragico epilogo: l'uomo, evidentemente provato da un improvviso dolore, si è accasciato nella sua auto dove poi è morto. «Abbiamo svolto tutte le indagini, che hanno avuto tutte esito negativo. Ovviamente - tengono a precisare dagli uffici - l’intero fascicolo è stata già consegnato alle forze dell’ordine che, tra l'altro, hanno già sequestrato la salma per l’autopsia». Si pensa che ad uccidere l'uomo sia stato un arresto cardiocircolatorio. In realtà «non è detto - commentano dalla struttura di via Palasciano - Si saprà soltanto al momento dell'esame autoptico.

In effetti se all'apertura del corpo risulta un cuore dilatato, questo potrebbe confermare la tesi dell'arresto cardiocircolatorio». Come da prassi, «i medici e gli operatori del pronto soccorso hanno svolto tutte le indagini e riportato sulla cartelli tutti i risultati (negativi), compresi quelli degli esami cardiaci. È chiaro che nessuno può prevedere che, uscendo dalle porte del pronto soccorso, il paziente possa avere avuto un’aritmia mortale che lo ha portato ad una morte improvvisa cardiaca. Noi - precisano ancora dagli uffici - abbiamo fatto tutto il possibile, compresi quegli esami cardiaci che di norma si svolgono su pazienti che hanno già avuto problemi e che, quindi, vengono definiti cardiopatici». Intanto, sono in corso le indagini della polizia per valutare se ci sono responsabilità mediche e la procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto l’autopsia sulla salma dell’uomo.
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