Caporalato, Orlando annuncia la legge a Foggia e la figlia di Padoan manifesta con i migranti

Caporalato, Orlando annuncia la legge a Foggia e la figlia di Padoan manifesta con i migranti
di Vincenzo Damiani
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Martedì 23 Agosto 2016, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 18:49
FOGGIA - Mentre il ministro della Giustizia Andrea Orlando discuteva della nuova legge contro il caporalato con sindacati, imprenditori assessori e forze dell'ordine, fuori dalla prefettura di Foggia Veronica Padoan, figlia del ministro dell'Economia, protestava assieme ad un'altra ventina di attivisti e operai africani.

IL GHETTO
La ragazza da diversi anni segue personalmente le vicende che riguardano la baraccopoli di Rignano Garganico che si trova alle porte di Foggia, un paese abitato da oltre 2mila braccianti agricoli stagionali extracomunitari. Un luogo ameno, dove la soglia della disumanità è stata abbondantemente varcata, tanto da essere tristemente ribattezzato il ghetto di Rignano. In case improvvisate, fatte di cartone, senza luce, senza gas, senza acqua, sopravvivono coloro che, ogni giorno, per 12 anche 14 ore, vengono sfruttati nelle campagne della Capitanata nella raccolta dei pomodori.

Veronica Padoan si batte per i diritti di questa povera gente e fa parte della rete Campagna in lotta. «La questione del gran ghetto di Rignano dice la figlia del ministro - è una questione che preme pesantemente sulla Regione Puglia perché ha delle responsabilità oggettive e riceve notevoli pressioni che giungono direttamente dall'Unione Europea. Ci troviamo di fronte ad uno dei complessi abitativi più grandi, ma come questo in Italia ci sono altri ghetti; quindi, il giochino di catalizzare tutta l'attenzione sui ghetti lascia il tempo che trova. E' dal 2014 che la giunta Vendola aveva millantato di smantellare il ghetto, ma è ancora qui».

Adesso, il governatore Michele Emiliano (Pd) ha annunciato che entro l'autunno la baraccopoli sarà smantellata e i migranti trasferiti in strutture degne. «Il problema prosegue Veronica Padoan - non sono queste comunità, il problema è che se non si organizza effettivamente il lavoro nei campi è inutile parlare di smantellare i ghetti. La questione abitativa è presente anche nei contratti provinciali e nazionali».

 

L'INCHIESTA
Sul ghetto di Rignano è in corso un'inchiesta della Dda di Bari, la baraccopoli è stata persino sequestrata anche se con facoltà d'uso. L'ipotesi dell'Antimafia barese è che un'associazione criminale composta tutta da immigrati e con nessun aggancio con i clan locali stia portando illegalmente dall'estero centinaia di migranti in Puglia, per poi poterli sfruttare come manodopera nelle campagne. Il fascicolo è coordinato dal procuratore aggiunto, Pasquale Drago, capo della Dda, i reati ipotizzati sono l'associazione a delinquere e il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

INDAGA L'ANTIMAFIA
Ma l'indagine si intreccia con un'altra inchiesta che conduce la Procura di Foggia sul fenomeno del caporalato vero e proprio. I magistrati baresi e foggiani non sono gli unici ad indagare, anche la Dda di Lecce è al lavoro nel suo territorio, mentre nella Bat la Procura di Trani ha aperto un fascicolo oltre un anno fa dopo la morte di una donna nelle campagne andriesi. Gli investigatori baresi sono convinti di aver scoperto un gruppo ben strutturato che agisce come un clan, a comporlo sono tutti immigrati, alcuni dei quali regolari e insospettabili. Sarebbe questa organizzazione a preoccuparsi di introdurre in Puglia altri migranti irregolari, preparando documenti falsi e nascondendoli nei ghetti.