Disastro Atac, fuori uso 18 treni: «Olio sbagliato per le ruote»

Disastro Atac, fuori uso 18 treni: «Olio sbagliato per le ruote»
di Riccardo Tagliapietra
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Giovedì 2 Giugno 2016, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 01:01

Manca il materiale rotabile, la metro è al collasso. La sintesi di ciò che sta accadendo lungo la linea A è impietosa. I ritardi, la riduzione delle corse, il sovraffollamento dei convogli, hanno una sola madre: da circa un anno a questa parte stanno diminuendo progressivamente i treni disponibili per il superamento della tolleranza consentita nell'usura delle ruote delle carrozze. A segnalare la situazione sono fonti interne all'azienda che ieri pomeriggio ha giustificato il caos creatosi in alcune stazioni, spiegando che lungo la linea c'era stato un calo di tensione.

Fatto sta che dei circa 36 treni Caf (Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles) disponibili sulla A (54 compresala B), 18 sono fermi nel deposito di Osteria del Curato con le ruote consumate. Problemi ci sarebbero anche alle rotaie.

IL PREGRESSO
Una situazione che Il Messaggero aveva già segnalato a giugno del 2014, quando i primi S/300 avevano cominciato a dare noia, proprio per il consumo delle ruote. E proprio allora venne lanciato l'allarme che se non si fosse corsi ai ripari la situazione avrebbe potuto portare la metro al collasso. Perché per cambiare le ruote, oltre ai soldi serve tempo.Ma cosa è accaduto da allora? Le ruote sono arrivate e la sostituzione cominciata. Da circa 8 mesi, inoltre, la manutenzione dei treni Caf, un tempo svolta da officine esterne, è stata internalizzata. Oggi, ad occuparsi di tenere in ordine i convogli sono i meccanici specializzati di Atac in maniera completamente autonoma. Sono loro, spiegano dall'azienda, a garantire il fabbisogno giornaliero del materiale rotabile in sicurezza. Interventi che vengono effettuati in maniera molto scrupolosa dai responsabili dell'officina.A non funzionare come dovrebbero, invece, sono i nuovi stik ungibordo, una sorta di ingrassatore a graffite che (detto in soldoni) dovrebbe ridurre l'attrito tra ruota e rotaia consentendo un minor consumo sia della ruota che della rotaia, proprio per l'effetto della pietra, simile a quello di un lubrificante. E qui scatta l'inghippo. Perché la carenza di materiale rotabile - secondo alcuni - non è imputabile come si potrebbe pensare a all'inaffidabilità della manutenzione, ma alla scelta aziendale di cercare sempre il prezzo più basso, con criteri - giudicati dagli stessi operai - «piuttosto discutibili», che hanno determinato un livellamento verso il basso della qualità dei materiali, come appunto quella degli stik ungibordo che oggi stanno creando grossi problemi alla flotta.Per contro qualcun altro ipotizza un difetto nell'installazione: i tamponcini in graffite sarebbero stati «montati con un raggio di curvatura sbagliato». Errore che si ripercuoterebbe sul consumo esagerato sia delle ruote che delle rotaie, facendo scattare così lil sistema di «protezione». (Sulla metro B, invece, gli stessi stik per ora non avrebbero dato particolari problemi).

L'EPILOGO
Una situazione che non avrebbe la possibilità di un epilogo a breve termine. Il ripristino, infatti, secondo esperti interni all'azienda, avverrà con tempi medio lunghi, ovviamente a discapito del servizio, in un periodo molto delicato, visto che la città è entrata a pieno regime nel giubileo della misericordia, annunciato qualche mese fa a sorpresa da papa Francesco. E se sulle rotaie regna un po' d'incertezza, grande confusione si manifesta negli uffici amministrativi del metro-ferro di Atac dove, ieri, si sono succeduti per tutta la giornata ordini di servizio che modificavano la macrostruttura e l'utilizzo delle persone: nomi dimenticati, integrazioni di testo. E forse, come qualcuno maligna, manovre pre elettorali che stanno cominciando a farsi sentire.