Le indagini hanno consentito di accertare che i fratelli Di Carluccio gestivano di fatto numerose attività economiche, che spaziavano dal commercio al dettaglio di carburanti alla gestione di bar, al commercio di oro e preziosi, agli investimenti immobiliari e alla concessione di prestiti in denaro.
Tra i beni confiscati figurano 41 impianti di distribuzione di carburanti, la maggior parte dei quali a Napoli, su alcuni tratti autostradali campani e in Molise, 20 bar dislocati tra le province di Napoli e Avellino, tre rivendite di tabacchi tra Napoli e provincia, 4 ditte di oreficeria tra Napoli e Torre del Greco e 3 società di torrefazione di caffè nella zona industriale di Napoli. Nei confronti di Ciro e Gerardo Di Carluccio è stata disposta inoltre la misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza, rispettivamente per la durata di 5 e 4 anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
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