Calabria, domenica Rossano e Corigliano votano per fondersi. E Forza Italia invoca l'autonomia

Calabria, domenica Rossano e Corigliano votano per fondersi. E Forza Italia invoca l'autonomia
di Mario Meliadò
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 11:32 - Ultimo aggiornamento: 14:26
Folate d’autonomismo e localismo insieme stanno soffiando anche in Calabria. Si registrano così una singolare proposta di legge regionale di un esperto politico di Forza Italia e il referendum confermativo col quale domenica prossima, 22 ottobre, con ogni probabilità le popolazioni di Rossano e Corigliano Calabro ratificheranno la fusione dei due Comuni in un “superEnte” unico.
 
L’appuntamento referendario nel Cosentino, intanto, fa seguito a quello nel medesimo alveo provinciale che è stato il primo esperimento d’accorpamento organico tra Comuni in Calabria: il 27 marzo scorso, mediante referendum confermativo d’apposita legge regionale, cinque piccoli centri si sono fusi in un nuovo Ente, Casali del Manco. Il punto è che, a fronte di neanche due milioni di residenti, la Calabria conta 409 Comuni, spesso con poche centinaia d’abitanti, figli di una difficile conformazione orografica del territorio: ora, i trasferimenti in picchiata richiedono una poderosa spending review, fatta anche di  fusioni.

Ecco che il 27 gennaio scorso il Consiglio regionale ha varato la legge proposta dal consigliere forzista Giuseppe Graziano (gruppo Cdl), segretario-questore di minoranza di Palazzo Campanella, per un’analoga fusione tra i Comuni di Rossano – città nota per la liquirizia celebrata in tutt’Europa e per il prezioso Codex Purpureus – e Corigliano in un nuovo Ente.
 
Domenica 22 si svolgerà dunque un altro referendum confermativo; e anche stavolta il pronostico è largamente favorevole alla fusione. Pregnante differenza: il nuovo Comune di Corigliano-Rossano conterà una popolazione non di 10mila unità (come i Casali), ma di circa 77mila.
Ciò significa che nelle 74 sezioni elettorali saranno chiamati a esprimere il proprio suffragio 68.646 elettori, ma soprattutto che il superEnte sarà il terzo centro calabrese per popolazione (oltre che per estensione), dopo Reggio (178mila abitanti) e il capoluogo Catanzaro (92mila). Con modifiche agli equilibri socio-politici regionali che è facile immaginare.
 
Negli stessi giorni, sta vivendo anche una folata autonomistico-indipendentista legata – più che alla “CatalExit” – al referendum per cui si voterà, sempre domenica 22, in Veneto e in Lombardia.
Il consigliere catanzarese del Gruppo misto (ma concretamente di Forza Italia, di cui è commissario provinciale) Mimmo Tallini ha infatti avanzato una proposta di legge regionale volta a indire un referendum non sull’autonomia della Calabria, ma delle regioni del Sud tutte insieme. Idea singolare, che però prende le mosse dai “big” del partito su scala nazionale: il primo agosto scorso, la proposta era stata anticipata in conferenza stampa a Roma dall’ex ministro alla Semplificazione amministrativa Renato Brunetta e da altri “big” azzurri come la coordinatrice calabrese del partito e senatrice Jole Santelli e il deputato cosentino Roberto Occhiuto «per lanciare un nuovo meridionalismo, puntando sul regionalismo differenziato». Tanto differenziato, che le pulsioni autonomistiche in Calabria cercherebbero in sostanza «più Stato»,  un’appartenenza reale e non di facciata a un’Italia oggi “a due velocità”.
 
Due i quesiti proposti dagli azzurri in Calabria. Il primo, sull’intenzione di rimodulare l’autonomia della Regione «a partire da un più incisivo esercizio dei poteri sostitutivi statali». Un «federalismo della responsabilità», quello qui auspicato da Tallini & C., in cui si chiede una maggior presenza effettiva dello Stato «per tutelare l’uguaglianza coi cittadini di altre regioni» in settori-chiave, dalla Sanità alle infrastrutture.
Più marcatamente “indipendentista” il secondo, mirato alla stipula d’«intese» con le altre Regioni meridionali «per l’esercizio unitario, anche attraverso l’istituzione d’organi comuni, delle funzioni di propria competenza».
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