Brindisi, ordigno esplode vicino a scuola
morta una ragazza, i feriti sono 5

Fiori sul luogo della tragedia
9 Minuti di Lettura
Sabato 19 Maggio 2012, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 01:43
BRINDISI - Un ordigno esploso stamani alle 7.45 a Brindisi davanti all'Istituto professionale "Francesca Laura Morvillo Falcone", in via Galanti, non lontano dal Tribunale. L'esplosione ha ucciso una studentessa di 16 anni, Melissa Bassi. Un'altra, coetanea della vittima, Veronica Capodieci, è ricoverata in condizioni gravi in ospedale. Le studentesse erano appena scese da un pullman in arrivo da Mesagne. Altre tre ragazze hanno ustioni su tutto il corpo e sono in prognosi riservata, mentre un'altra non desta preoccupazione.



IL VIDEO DELL'ATTENTATO







L'ordigno era composto da tre bombole di gas collocate su un muretto vicino a un cancello secondario della scuola. Il timer, trovato nei pressi della scuola, era bloccato, secondo indiscrezioni, sulle 7.55. L'esplosione è avvenuta però intorno alle 7.45, ovvero 10 minuti prima. «Un muro della scuola è completamente annerito e ci sono detriti ovunque. È un disastro», ha detto l'assessore regionale alla Protezione Civile, Fabiano Amati.



Una forte esplosione. «I primi a soccorrere i ragazzi feriti sono stati un docente, un collaboratore scolastico e un tecnico della scuola che si trovavano nei pressi dell'entrata. Il loro racconto è stato di una forte esplosione che ha lasciato a terra diversi studenti». A raccontarlo è Valeria Vitale, direttore amministrativo dell'istituto Morvillo Falcone. «I ragazzi sono sotto choc - racconta - e il preside si è subito recato in ospedale. L'esplosione è avvenuta nei pressi del cortile interno della scuola nelle vicinanze di alcuni cassonetti».



Il luogo dell'attentato. L'area adiacente l'ingresso della scuola è piena di detriti mentre la zona è stata transennata per almeno 200 metri. Sul luogo dell'attentato è ben visibile la macchia nera causata dall'esplosione sulla parete di recinzione della scuola. I detriti sono volati anche a decine di metri di distanza. Il fondo di una bombola di gas è volato a circa 50 metri di distanza sfiorando una Fiat Punto che stava transitando vicino alla scuola, mentre un pezzo di insegna di un esercizio commerciale è stato trovato a 250 metri di distanza. La gente che abita nelle vicinanze della scuola dice di aver sentito distintamente più botti in rapidissima successione.



L'obiettivo era la scuola. L'ordigno era appoggiato sul muretto davanti alla scuola, parzialmente occultato da un vicino cartellone pubblicitario. I dati in possesso degli investigatori, riferiscono all'Adnkronos fonti qualificate, farebbero al momento propendere per la pista mafiosa su altre ipotesi al vaglio degli inquirenti.



Il preside. «È stato fatto per uccidere: a quell'ora le ragazze entravano, proprio a quell'ora. Fosse accaduto alle 7,30 non ci sarebbe stata nessuna conseguenza», ha detto Angelo Rampino, il preside dell'Istituto professionale Morvillo-Falcone. «È stato tutto di una violenza inaudita. Preparare un botto di questo tipo può essere stato preparato solo da chi ha le conoscenze per farlo - ha aggiunto il preside, con gli occhi pieni di lacrime -. Sta per arrivare l'anniversario della morte di Falcone. La scuola è posizionata nel centro di Brindisi, a poca distanza dal tribunale e si trova in viale Aldo Moro, angolo via Galanti: è tutta una coincidenza? A me non sembra. Segnali che abbiano potuto mettere in allarme nei giorni scorsi non ce ne sono stati, la nostra è una scuola tranquilla».



Grasso: terrorismo puro. «Sull'attentato di Brindisi sono aperte tutte le ipotesi investigative - ha detto il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, secondo il quale non c'è nessuna evidenza investigativa a sostegno dell'ipotesi terroristica - Qualunque sia la matrice dell'attentato, si tratta di un atto terroristico nel senso che è diretto a colpire persone innocenti e in maniera indiscriminata, non nel senso della matrice. Quali sono state le ragioni dell'attentato si vedrà in seguito e solo le indagini potranno chiarire se è un crimine di stampo mafioso, o che mira a destabilizzare o a conservare la situazione esistente. Speriamo di dare presto risposte al Paese e soprattutto alle vittime».



«Antimafia non è solo giudici e polizia, ma cultura». Grasso nel primo pomeriggio ha partecipato in prefettura a Brindisi alla riunione del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. In precedenza Grasso aveva partecipato alla riunione organizzata all'Istituto Majorana dove il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha incontrato i presidi delle scuole cittadine. «L'antimafia vuol dire non solo giudici e forze di polizia, ma soprattutto cultura - ha sottolineato Grasso - La nostra forza deve essere la nostra unione». Grasso, rivolgendosi ai presidi presenti, ha detto: «Il mio lavoro senza il vostro non vale nulla».



Procuratore antimafia di Lecce: potrebbe non essere mafia. Investigatori al lavoro per capire chi abbia potuto mettere l'ordigno. A Brindisi è arrivato anche il procuratore della distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, per tenere in procura il vertice con le forze di polizia. «Potrebbe non essere una organizzazione mafiosa ad aver compiuto l'attentato - ha detto Motta - Le organizzazioni mafiose locali sono alla ricerca di un consenso sociale. Sarebbe un atto in controtendenza perché sicuramente aliena qualsiasi simpatia nei confronti di chi lo ha commesso». Motta ha aggiunto di non credere che l'obiettivo vero dell'attentato fosse il palazzo di giustizia di Brindisi, distante poche decine di metri dal luogo dell'attentato, e che l'obiettivo fosse invece proprio la scuola.



«Nessuna rivendicazione, ipotesi terrorismo internazionale non accreditabile». «Troppe coincidenze - ha detto Motta - potrebbero essere solo tali. Bisogna comunque chiedersi a chi interessa e chi se ne avvantaggia. In genere gli atti terroristici vengono rivendicati, qui rivendicazioni non ce ne sono. La pista del terrorismo internazionale è un'ipotesi non accreditabile sulla base di elementi oggettivi. Sino a quando non abbiamo degli elementi che consentano una lettura tranquilla, io mi asterrei da valutazioni che possano creare ulteriore allarme».



Manifestanti: fuori i politici dal palco. «Fuori i politici dal palco, non vogliamo collusi, non vogliamo ascoltarvi. Le scuole non si toccano»: è l'urlo sollevato da una gremitissima piazza della Vittoria a Brindisi dove è cominciata nel pomeriggio con un minuto di silenzio la manifestazione contro la mafia. Sul palco numerosi esponenti politici di centrodestra e di centrosinistra, sia nazionali sia regionali. Le proteste si sono placate dopo che il sindaco, Mimmo Consales, ha sottolineato la necessità di restare uniti. Sul palco un gruppo di giovani mostrava uno striscione sul quale era scritto: «Siamo cittadini di un Paese che si ricorda che dobbiamo stare uniti solo quando si muore. Ciao, Melissa». Inviti all'unità per combattere insieme sono arrivati ripetutamente anche dal sindaco di Mesagne, Franco Scoditti. «Hanno colpito - ha detto Scoditti - l'intera nazione. La nostra coscienza deve ribellarsi, ma dobbiamo uscire mettendo tutti insieme il coraggio e la coscienza».



Contestato anche l'arcivescovo di Brindisi. Alla manifestazione in piazza Vittoria è stato accolto con i fischi anche l'arrivo sul palco dell'arcivescovo di Brindisi, mons.Rocco Talucci, che ha invitato gli autori dell'atto terroristico a pentirsi. «Recuperate un pizzico di dignità», ha detto. Ma queste parole non sono bastate a sedare la rabbia della piazza. A quel punto è intervenuto il sindaco di Brindisi, che ha chiesto ai suoi concittadini di stare uniti. «Dobbiamo stare uniti - ha detto - Abbiamo perso tutti qui dentro. Non abbiamo bisogno della vostra contestazione anche di fronte ai morti». Il prelato ha poi concluso il suo intervento al quale è seguito quello di un giovane, Iacopo Quarto. «Andiamo a scuola la mattina e abbiamo paura a entrare? Io non ho parole. Non so come esprimermi. Sono stufo».



Gli studenti del Morvillo-Falcone: siamo noi le vittime della guerra Stato-mafia. «È una guerra tra Stato e mafia ma le vittime siamo noi» recitava lo striscione che gli studenti dell'Istituto professionale Morvillo Falcone hanno esposto sul palco dove in serata si è conclusa la manifestazione. «I ragazzi - dice Mino, della quinta C dell'Istituto - non vengono mai ascoltati, questa è l'unica verità. Con questa frase noi vogliamo dire che da un lato c'è la mafia da combattere, una mafia che offende lo Stato e dall'altra uno Stato che non è più formato dai cittadini perché i cittadini non hanno diritto di parola, lo Stato è di chi comanda e per noi ragazzi sembra quasi che non ci sia futuro. Non ci danno la possibilità di scegliere, non ci danno la possibilità di parlare e di decidere per poter finalmente cambiare le cose».

«Noi - aggiunge Chiara stringendo lo striscione - siamo stanchi, non abbiamo possibilità di lavoro, abbiamo una scuola che non è adatta. Comunque noi vogliamo un aiuto da parte dello Stato, anche come ragazzi del Sud. I politici smettano di pensare alle proprie tasche e comincino a pensare a noi giovani che rappresentiamo il futuro di questo Paese».



Cancellieri: visita di solidarietà. «La mia visita è di solidarietà e di partecipazione. Sono venuta per motivi esclusivamente umani» ha detto il ministro dell'interno, Annamaria Cancellieri, giunta nel pomeriggio a Brindisi dove si è recata in primo luogo in ospedale per incontrare i parenti delle ragazze e alcune delle giovani ricoverate.



«Li troveremo». «Li troveremo: c'è grandissima determinazione e collaborazione tra polizia e carabinieri» ha detto Cancellieri al termine della sua visita alla Prefettura di Brindisi. «Sembrerebbe uno scenario diverso dal '93» ha aggiunto, rispondendo a un'altra domanda e cioè all'anno degli attentati degli Uffizi a Firenze, di via Palestro a Milano e di Roma. «Ma qualunque cosa dicessi sulle indagini sarebbe poco serio» ha proseguito. Cancellieri ha anche riferito che da stasera sono stati messi a disposizione del territorio quasi 200 uomini in più e cioè 100 per il controllo del territorio, 40 carabinieri e 40 poliziotti per le indagini e 10 tra funzionari dello Sco e del Ros. Nella visita il ministro era accompagnato dal vicecapo della Polizia e dirigente della Criminalpol, il prefetto Francesco Cirillo.



«Fatto anomalo e complesso». «L'attentato di Brindisi è un fatto anomalo e complesso - aveva detto Cancellieri a SkyTg24 - che desta grande preoccupazione, oltre che grande dolore perché ha colpito giovani vite. Potremo dire qualcosa in più quando avremo individuato uno o due filoni d'indagine. Nel formulare ipotesi sull'attentato bisogna essere prudenti e molto equilibrati. La tipologia dell'attentato non è tipica delle stragi di mafia. Di certo colpisce che sia stato presa di mira una scuola intestata a Morvillo Falcone nel ventennale della strage di Capaci». Il ministro riferirà in Aula, al Senato, nella seduta di martedì 22 maggio, alle ore 16.30, sull'attentato.



Il sindaco: attentato mafia? troppe coincidenze.
«Ci sono troppe coincidenze in questa vicenda... Mi auguro che siano solo tali, anche se in questo momento la nostra unica preoccupazione è quella dei ragazzi», ha detto a caldo il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, rispondendo ad una domanda sulla possibile matrice mafiosa dell'attentato. Successivamente tuttavia il sindaco ha affermato che le modalità dell'attentato non sono quelle della criminalità organizzata e nemmeno quelle della Sacra corona unita. Le "coincidenze" citate dal sindaco riguardano l'arrivo previsto oggi a Brindisi della Carovana antimafie e il fatto che l'attentato sia avvenuto a qualche giorno dal ventesimo anniversario della strage di Capaci davanti a un istituto intitolato a Francesca Morvillo e a Giovanni Falcone.



La "culla" della Sacra corona unita. Nel territorio brindisino, in particolare quello di Mesagne, cittadina che è stata la "culla" della "Sacra corona unita". A Mesagne, la notte tra il 4 e 5 maggio era stata danneggiata da una bomba la macchina del presidente dell'associazione antiracket della cittadina in provincia di Brindisi. Il 9 era stata effettuata un'operazione contro i clan che ha smantellato un'organizzazione mafiosa legata alla Sacra Corona Unita. L'operazione portò all'arresto di 16 persone per associazione mafiosa, estorsione e droga.



Per oggi nel Brindisino è atteso l'arrivo della Carovana Antimafia. La scuola dove è esploso l'ordigno è intitolata alla moglie del giudice Giovanni Falcone, ucciso in un attentato sull'autostrada che porta a Palermo dall'aeroporto venti anni fa, il 23 maggio 1992. Insieme al magistrato persero la vita anche la mogie e tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.



Il capo della polizia Antonio Manganelli, d'intesa con il ministro Cancellieri, ha poi inviato a Brindisi oltre al direttore centrale della polizia criminale anche i vertici del servizio centrale operativo che affiancheranno un pool di investigatori già presente sul posto. «Non daremo loro tregua. Li prenderemo e si pentiranno di questa nefandezza» ha detto Manganelli.



Manganelli: pista passionale inverosimile. La pista passionale, ossia la possibile reazione di un innamorato respinto da una delle studentesse dell'istituto, all'origine dell'attentato di Brindisi «mi sembra poco verosimile» ha poi detto a Sky Tg24 il Capo della Polizia. «Mi pare - ha proseguito commentando una delle voci che stanno emergendo in queste ore - una vicenda un po' troppo strutturata per essere ricondotta a un fatto soltanto emotivo. Comunque non daremo tregua a chi ha compiuto questo atto criminale».



Don Ciotti trasformare le paure in speranza. «E' ora di trasformare le paure in speranza: lavoro, sostegno alle famiglie, democrazia - ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, parlando dal palco in piazza Vittoria a Brindisi - Non dimenticate che gli assassini sono qui e ci stanno vedendo anche attraverso la tv». Il fondatore di Libera ha sottolineato quale deve essere il ruolo della scuola: «Una scuola dove si parla della democrazia, e la democrazia si fonda su due gambe, la giustizia e la dignità umana. Poi c'è la terza gamba, che si chiama responsabilità. Dobbiamo assumerla anche noi, di più. Questi ragazzi sono meravigliosi, non prendiamoli in giro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA