Brescia, violentata ragazza di 22 anni: fermati tre pakistani richiedenti asilo

Brescia, violentata ragazza di 22 anni: fermati tre pakistani richiedenti asilo
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Mercoledì 12 Ottobre 2016, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 11:43
Hanno tra i 23 i 26 anni, lo status di richiedenti asilo in tasca e da poche ore sono rinchiusi nel carcere bresciano di Canton Mombello. Sono tre pakistani fermati con l'accusa di violenza sessuale. Insieme avrebbero stuprato una ragazza di 22 anni italiana che li ha riconosciuti in fotografia dopo aver sporto denuncia. «Non li avevo mai visti prima» ha detto sotto choc ai Carabinieri che in poche ore hanno bloccato i presunti responsabili e che stanno ancora ricostruendo il caso al quale mancherebbero dei dettagli. È accaduto a Chiari, in provincia di Brescia, a pochi chilometri da Castelcovati dove solo una settimana fa era stato arrestato un romeno di 32 anni per violenza sessuale sulla vicina di casa, una donna di 87 anni.

In questo nuovo caso il fermo è stato disposto dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani ed è ora in attesa di convalida da parte del gip. I tre pakistani fermati, come richiedenti asilo, vivevano in abitazione messe a disposizione dalle amministrazioni di Chiari e Castrezzato. La vittima sarebbe stata bloccata lunedì sera tra le 23 e mezzanotte e trascinata nel parco pubblico del paese. Qui sarebbe stata violentata dai tre pakistani. Tutti avrebbero partecipato all'abuso che i medici hanno confermato in una relazione agli atti. C'è molto riserbo da parte degli inquirenti sulla vicenda che ha scosso Chiari, un paese di 19mila abitanti con una forte presenza di stranieri.

«Aspetto di conoscere meglio i fatti» ha spiegato il sindaco di centrosinistra di Chiari Massimo Vizzardi. «È una vicenda gravissima e se sarà confermata la risposta dovrà essere altrettanto importante e sovracomunale.
Daremo una risposta politica». Duro il commento dell'assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi: «Per i mostri non basta chiedere pene esemplari. Si deve esigere che venga consegnato loro un foglio di via e che non possano mai più mettere piede nel nostro Paese. Meglio se dopo essere stati sottoposti alla castrazione chimica, perché si ricordino per sempre del male che hanno causato a una giovane ragazza». Per l'assessore alla sicurezza di Regione Lombardia Simona Bordonali «è ora che il governo si assuma le proprie responsabilità per il fatto di mantenere in hotel, in centri accoglienza e in appartamento decine di migliaia di irregolari. Per questi tre ora la pena è solo una: castrazione chimica e carcere in Pakistan».
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