Brescia, uccisi marito e moglie titolari di una pizzeria: la polizia indaga sulla loro situazione economica

Brescia, uccisi marito e moglie titolari di una pizzeria: la polizia indaga sulla loro situazione economica
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Mercoledì 12 Agosto 2015, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 16 Agosto, 18:40

Tra le ipotesi del movente dell'agguato alla pizzeria «Da Frank» di Brescia, che ieri mattina è costata la vita ai coniugi Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari 'freddatì all'interno del loro locale nella zona Mandolossa prima periferia della città, ci sarebbe anche quella di problemi economici.

Nell'ultimo bilancio dell'attività, datato 31 dicembre 2014, i debiti della pizzeria da Frank supererebbero i 150 mila euro di cui più di 99 mila verso i fornitori. Numeri che sarebbero sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti per capire se ci fossero eventuali contrasti con alcuni creditori.

E oggi si è appurato anche che i killer hanno sparato e ucciso sotto l'occhio elettronico delle telecamere interne all' esercizio commerciale.

Sono state acquisite dagli uomini della squadra Mobile della Questura di Brescia le immagini del duplice omicidio. Nelle immagini, poco nitide, si vedono i due malviventi ma non si riconoscono in viso perchè coperti con un casco integrale. Solo uno avrebbe sparato con un fucile a canne mozze raggiungendo prima la moglie e Ferrari e poi il marito, Frank per tutti.

Nel corso dell'intera giornata davanti alla pizzeria da asporto tantissime persone hanno portato mazzi di fiori e messaggi in ricordo dei due titolari, punto fisso delle notti dei giovani bresciani ora sotto sequestro. Nonostante il fatto di sangue non ha invece chiuso la seconda pizzeria di proprietà della famiglia Seramondi, nel quartiere cittadino di San Polo. «Frank era come un papà per me, ma abbiamo deciso di non fermarci perchè lui e la moglie Vanna avrebbero voluto così», ha detto un dipendente di origini pakistane che da dieci anni lavora per la famiglia.

Resta invece in silenzio con la stampa un altro dipendente, il pizzaiolo di 42 anni, albanese, rimasto ferito in un agguato un mese fa quando è stato raggiunto da alcuni colpi di pistola esplosi da un'auto mentre, alle 5 del mattino, al volante della sua vettura stava andando a lavorare proprio «Da Frank». Un episodio attorno al quale ruotano le indagini degli inquirenti che hanno ascoltato nel pomeriggio l'extracomunitario.

È l'ennesimo interrogatorio dopo che fino ad oggi non sarebbero emersi elementi importanti. «Siamo disperati anche noi» ha detto barricata nel suo appartamento a Roncadelle la moglie del pizzaiolo albanese. La figlia dell'uomo ha invece assicurato: «Non abbiamo paura perchè non abbiamo nulla da nascondere». Gli agenti della squadra Mobile guidati da Giuseppe Schettino hanno interrogato anche il figlio delle vittime, Marco, che con lo zio Claudio Seramondi sono i proprietari effettivi della pizzeria da Frank.

Questo perchè i coniugi Seramondi avevano alle spalle un paio di avventure imprenditoriali finite con il fallimento. Proprio i conti di famiglia della coppia e dell'attività sono al vaglio degli inquirenti. «Nessuna ipotesi è esclusa», assicurano dalla Questura di Brescia, «tranne - è stato spiegato - la pista che porta ad un agguato figlio degli esposti presentati da Seramondi per segnalare lo spaccio di droga e la prostituzione fuori dal locale».

Esposti relativi agli anni passati e che sarebbero privi di nomi e cognomi di presunti spacciatori. Ma la pista dei problemi economici si è fatta più consistente. Domattina alle 11 intanto è previsto un Comitato straordinario di ordine e sicurezza pubblica in Prefettura a Brescia al quale prenderanno parte le forze dell'ordine, il procuratore capo Tommaso Buonanno e il sindaco di Brescia Emilio Del Bono.

Sarà fatto il punto sulle indagini e verranno decise misure straordinarie da adottare sul territorio. In serata, sempre domani, dalle 21 Forza Nuova ha organizzato una manifestazione all'esterno della pizzeria. «Vuole essere una fiaccolata apartitica sotto la bandiera di Brescia ai Bresciani», assicurano gli organizzatori che hanno esteso l'invito alla popolazione.

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