Brescia, rivolta contro i migranti: molotov contro hotel che ospiterà profughi

Brescia, rivolta contro i migranti: molotov contro hotel che ospiterà profughi
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Domenica 2 Luglio 2017, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 02:40
Due molotov sono state lanciate all'interno di un albergo destinato ad ospitare profughi. È accaduto la notte scorsa a Vobarno, in provincia di Brescia all'interno dell'albergo, attualmente chiuso al pubblico, Eureka. Importanti i danni alla struttura che sarebbe stata individuata per dare ospitalità a 35 richiedenti asilo. Sulla vicenda indagano i carabinieri. Il gesto potrebbe essere un'intimidazione nei confronti del proprietario dell'albergo.

È stato lo stesso titolare dell' albergo di Vobarno, nel Bresciano, ad intervenire per spegnere le fiamme dopo il lancio di due molotov che hanno raggiunto il pian terreno dello stabile che dovrebbe ospitare profughi, essendo in questo momento una struttura già attrezzata e libera. Nonostante questo, al momento, come ha assicurato Valerio Ponchiardi, titolare dell'hotel Eureka spaventato per quella che ritiene un'intimidazione, non è «ancora stato siglato alcun accordo con la Prefettura per dare ospitalità a coloro che hanno richiesto asilo» e che, come ha spiegato lo stesso prefetto Annunziato Vardè, in molti sono attesi nelle prossime ore anche nel bresciano. Sul caso indaga, accanto ai carabinieri, la Digos della Questura di Brescia.

«Ho avuto la notizia dell'arrivo giovedì dal prefetto che mi ha detto che li avrebbe mandati al ristorante albergo Eureka»: è quanto ha detto all'ANSA il sindaco di Vobarno Giuseppe Lancini che è stato convocato domani in Prefettura a Brescia per fare il punto della situazione dopo lo scoppio delle due molotov.
Lancini ha spiegato che Vobarno avrebbe dovuto ospitare 35 richiedenti asilo: «Ho riunito la popolazione della frazione di Carpeneda, circa 400 persone, per comunicarlo e la gente ha bocciato la proposta. Pensavo che poi la sommossa fosse rientrata e invece 24 ore dopo sono state lanciate le molotov». Nel paese al momento sono presenti 23 richiedenti «che sono arrivati tramite le cooperative di Angelo Scaroni», l'imprenditore bresciano indagato dalla Procura di Brescia per truffa allo Stato nella gestione dei richiedenti asilo. «Aveva messo quei 23 profughi in un unico stabile con un solo bagno. Come possono succedere cose così?», si chiede il primo cittadino di Vobarno.
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