Bomba day a Vicenza, disinnesco riuscito con successo, abitanti possono tornare nelle case

Bomba day a Vicenza, disinnesco riuscito con successo, abitanti possono tornare nelle case
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Venerdì 25 Aprile 2014, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 10:34

stato il suono delle campane delle chiese della citt a decretare a Vicenza la fine dell'allerta bomba, per il disinnesco dell'ordigno bellico di fabbricazione inglese che era venuto alla luce nell'are dell'ex aeroporto Dal Molin. Nella sala operativa allestita in Fiera di Vicenza un lungo applauso ha salutato la fine delle operazioni.

Subito dopo il sindaco Achille Variati ha annunciato che il camion dell'Esercito con a bordo l'ordigno parzialmente svuotato dell'esplosivo ha già lasciato la città per raggiungere una cava di Orgiano, nel basso vicentino, dove sarà completata l'operazione di rimozione dell'esplosivo, 1.300 kg di 'minol 2', ammonio nitrato con l'aggiunta di alluminio, pari alla potenza di 1.800 kg di tritolo. Da poco sono stati riaperti i varchi alle zone rimaste precluse alla popolazione dall'alba di stamane, e dai centri di accoglienza partiranno ora i gli autobus per riportare le persone a casa. Le forze dell'ordine rimarranno ancora nelle zone comprese nel raggio di 2,5 km dal fulcro delle operazioni per altri controlli ed eventuali problemi di traffico.

Il sindaco di Vicenza Achille Variati, commissario per l'emergenza, ha dato il via libera al rientro nelle abitazioni da parte della cittadinanza che aveva dovuto evacuare l'area nel raggio di 2,5 chilometri dal ritrovamento dell'ordigno bellico all'ex aeroporto Dal Molin. Sono dunque stati riaperti i varchi lungo il perimetro dell'area evacuata.

È iniziata alle 7.30 di stamane a Vicenza, come programmato, l'operazione di disinnesco di un ordigno bellico che ha comportato l'evacuazione dalla città di 27 mila persone.

Entro le 8.30 gli abitanti del perimetro di 2 chilometri e mezzo punteggiato da 45 cancellI che delimita l'area interdetta erano stati costretti a lasciare le loro case.

Le operazioni di disinnesco dell'ordigno bellico a Vicenza sono seguite direttamente dal capo della Protezione Civile Franco Gabrielli. Dopo essere giunto in elicottero alle 8.20 nella sede dei vigili del fuoco, si è recato nel centro direzionale di controllo allestito in fiera. «Si tratta di un'operazione che farà scuola - ha detto, parlando dell'intervento di disinnesco e dell'evacuazione di 27 mila abitanti - anche per le procedure nuove, mai utilizzate finora, che vengono applicate e sono state apprese nelle operazioni all'estero».

«Ho trovato un esempio ottimo di preparazione e pianificazione dell'evento e sto vedendo un esempio di scuola di come si opera in sinergia - ha poi detto il Gabrielli - Siamo entrati adesso nel pieno della fase 3, cioè quella del disinnesco. Potrei cavarmerla con una battuta e dire che dal momento che non abbiamo sentito esplosioni sta andando tutto bene. Ma voglio dire qualcosa di più - ha concluso - e cioè che la professionalità degli artificieri dell'Esercito ci consente un buon grado di tranquillità. Sono qui a Vicenza perchè questa è un'emergenza nazionale, decretata dal Governo. È un'operazione complessa, il residuato bellico contiene oltre 1.800 kg di esplosivo e tre spolette che devono essere disinnescate. Il tutto a ridosso di un centro abitato importante, non solo per le abitazioni ma anche per la ricchezza di bei culturali e storici. Senza dimenticare che si tratta di un'operazione che ha portato all'evacuazione di quasi 30 mila persone, che rappresentano un numero elevato e che richiede un grande impegno anche alla protezione civile. Starò qui a Vicenza sino al termine delle operazioni, me ne andrò solo quando non ci sarà nessun pericolo - ha aggiunto Gabrielli - anche perché nella malaugurata ipotesi di un'esplosione, siamo nell'ambito di un'emergenza nazionale e quindi dovremmo assumere la direzione di quelle che saranno le azioni conseguenti. Quello di Vicenza è un intervento a tutti gli effetti innovativo, a partire dalle tecniche che gli artificieri stanno utilizzando e il sistema di barricamento (alto circa 8 metri), rispetto a quello attuato in passato. Tecnica che ha consentito di ridurre il raggio dell'area interessata da oltre 4 km a 2 chilometri e mezzo. Ho trovato qui a Vicenza la massima organizzazione, in particolare abbiamo registrato una grande attenzione per ogni dettaglio, anche rivolta alla gente».

Sono stati complessivamente una decina gli episodi di resistenza da parte dei cittadini all'ordine di evacuazione della città disposto dal sindaco, tutti risolti positivamente. Durante le fasi di trasferimento nei centri di raccolta una donna, malata molto gravemente, è deceduta per cause naturali.

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