Bologna come Berlino, Blu cancella i suoi murales: contro chi porta la street art in un museo

Bologna come Berlino, Blu cancella i suoi murales: contro chi porta la street art in un museo
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Sabato 12 Marzo 2016, 14:22 - Ultimo aggiornamento: 14:26

Lo street artist Blu, che già ha cancellato suoi murales a Berlino, ha deciso di far scomparire anche tutti i suoi lavori disseminati per Bologna. In mattinata si è radunata una piccola folla davanti al suo dipinto più conosciuto, la 'battaglià che adorna il centro sociale Xm24, mentre una 'squadrà di imbianchini lavorava accompagnata dalla musica della Banda Roncati.
 



Sul proprio blog Blu oggi scrive: «A Bologna non c'è più Blu e non ci sarà più finchè i magnati magneranno. Per ringraziamenti o lamentele sapete a chi rivolgervi». Il collettivo di scrittori Wu Ming rilanciato l'evento spiegando che si tratta di «un'azione contro il ricco e potente che porta via la street art dalla strada»: il 18 marzo apre infatti la mostra «Street Art. Banksy & Co.» che, promossa da Genus Bononiae con la Fondazione Carisbo, espone anche opere staccate da diversi muri cittadini, «con l'obiettivo dichiarato di 'salvarle dalla demolizione e preservarle dall'ingiuria del tempò, trasformandole in pezzi da museo». Una cosa che non è piaciuta ai writers.

LA MOSTRA CONTESTATA Il mondo artistico e culturale bolognese è da mesi in subbuglio attorno alla mostra 'Street Art. Banksy & Cò, che da giovedì, a Palazzo Pepoli, proporrà 250 pezzi di street art, provenienti da varie città del mondo, organizzata dalla fondazione Carisbo, Genus Bononiae e da Arthemisia group. Prima del gesto di Blu (uno dei più noti fra gli artisti esposti), la mostra era stata violentemente criticata da numerosi artisti ed esperti, con l'accusa non solo di aver decontestualizzato le opere, ma addirittura di averle, in alcuni casi, staccate dai muri sulle quali erano state realizzate senza il permesso dei diretti interessati.

Tra le critiche, anche quella di voler museificare un'arte nata in strada per protestare contro più di una caratteristica della cultura dominante: dall'arte ufficiale sempre più stretta da logiche di mercato (Bologna è anche sede di Arte Fiera, il più importante salone europeo di artisti visivi e gallerie), fino alla rivendicazione di una cultura che nasce in strada proprio per esprimere chi lì ci vive.
I curatori della mostra hanno replicato sostenendo che la loro intenzione è quella di salvaguardare queste opere e tramandarle ai posteri.

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