Berlusconi ospite di Michele Santoro
«Crisi? Il mio governo non ha colpe
Imu? Costretti a votarla»

Santoro e Berlusconi
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Giovedì 10 Gennaio 2013, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 03:52

ROMA - Ragazzi, non fatevi infinocchiare: se ne va con questa frase rivolta alla platea di Servizio Pubblico, Silvio Berlusconi, dopo l'atteso confronto con Michele Santoro su La7. Le scintille ci sono, ma nella serata fanno da padroni non i colpi proibiti ma gag e siparietti. Un duello serrato e a tratti comico, quello tra Michele Santoro e Silvio Berlusconi, che lascia con l'amaro in bocca chi si aspettava un massacro. Prima della trasmissione, sul palco va in scena uno spettacolo insolito, almeno per gli ultimi 15 anni di televisione italiana, con strette di mano e sorrisi per le foto di rito tra Berlusconi, Santoro, Travaglio, Giulia Innocenzi e Luisella Costamagna.

La crisi. «Nessuna responsabilità del mio governo, c'era una crisi internazionale curata male dal governo dei professori», si difende subito Berlusconi, incalzato dalle domande dei giornalisti presenti, sottolineando che il suo esecutivo non ha «colpa della crisi».

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«Io non annetto a quanto fatto come governo alcuna responsabilità» nello scoppio della crisi economica, dice Berlusconi che ha poi voluto «confermare le parole del 2009» quando c'era «una situazione diversa e non si era scatenata la crisi che ci avrebbe colpito successivamente». Berlusconi ha citato i dati delle agenzie di viaggio, i ristoranti che «lavoravano a pieno ritmo» e le «difficoltà nel prenotare aerei nei week end e nei ponti festivi». Non c'era insomma ancora «nessun accenno ad una forte crisi: tutti pensavano che si stesse riprendendo un cammino di crescita» tanto che «la disoccupazione era inferiore all'8%, fisiologica per il nostro paese». E conclude: «I professori dopo un po' sono diventati sordi ai nostri interventi perché diciamocelo chiaro si erano montanti tutti la testa e hanno portato il paese nella situazione in cui siamo». Per conoscere la crisi e trovare le soluzioni occorre vivere nel paese reale «e io avevo i conti delle mie aziende in forte attivo e che pagavano carichi fiscali elevati. Io non vivo dietro ad una scrivania dell'università...».

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L'Imu. Perché volete ora abolire l'Imu mentre a suo tempo l'avete votata in Parlamento? «Quella che abbiamo votato - risponde Berlusconi - doveva essere una imposta comprensiva di tutte le imposte locali colpendo anche gli immobili ma non la prima casa, poi però il governo Monti è andato in altra direzione e noi abbiamo fatto di tutto per modificare il testo ma non ci siamo riusciti». Poi una stoccata a Monti: «Non ha sentito Monti che nella conferenza stampa prima di Natale ha detto che se uno toglie l'Imu sulla prima casa è un pazzo e dopo un anno bisogna rimetterla doppia? Era una testa dura da convincere e non siamo riusciti a convincerlo».

Battute e siparietti. Ma e non è riuscito a fare le riforme quando aveva una maggioranza straordinaria, come potrà farle ora che avrà un piccolo consenso elettorale? «Non è cosi - risponde Berlusconi a Santoro - lei ha fatto l'università o le serali?». Nel botta e risposta a Servizio Pubblico su La7 Berlusconi ha ricordato a Santoro i suoi successi anche come imprenditore, con il conduttore che gli ha ribattuto «ma io non sono invidioso...». «Lei è il leader della trasmissione, è lei che guadagna i dindi mentre io sono qui gratis...», scherza poi Berlusconi con Santoro che subito ribatte che «ci mancherebbe che lei ci guadagnasse pure da La7...». «Ma io - è la pronta risposta del leader Pdl - ho tanto bisogno di guadagnare perché ogni giorno, e io ragiono in lire, devo dare ad una signora che è stata mia moglie 200 milioni di lire e non è un esborso da poco». E a Santoro che gli chiedeva se fosse sempre colpa «dei soliti giudici comunisti», Berlusconi sorride: «lo ha detto lei.. bravo!». «Santoro ma per caso siamo a Zelig?» dice poi Berlusconi a Santoro, che subito replica: «Lei è Zelig», e subito il Cavaliere «no è lei» e ancora Santoro «lei lo è più di me». A quel punto il conduttore si avvicina e gli chiede «Presidente ma cosa accadrà ora che arriva Travaglio, quanto si arrabbia?». Il Cavaliere si gira e lo guarda «Io arrabbiato? Le sembro arrabbiato? Mi sto divertendo tantissimo..». Pronto Santoro «vedrà ora che arriva Travaglio quanto si diverte». Poi viene proposto il filmato in cui Berlusconi riceve una telefonata e fa attendere Angela Merkel durante i saluti a margine di un vertice Nato. Il Cavaliere, sorridendo, prima dice al conduttore «Lei si sta scavando la fossa». Poi spiega il motivo di quella telefonata ripresa dalle telecamere. Si trattava di una conversazione con il leader turco Erdogan dopo che il Cavaliere aveva cercato di convincerlo a dare il via libera alla nomina del danese Rassmussen al vertice dell'Alleanza atlantica. In quella telefonata - spiega Berlusconi al conduttore - Erdogan annunciava il suo sì all'operazione, e questo significava l'Habemus Papam tanto atteso da tutti, compresa Angela Merkel.

La sinistra. «Monti è stato tenuto su dalla sinistra che porta con sé il gravame e l'invidia verso chi ha di più, verso chi con sacrifici si è dotato di una prima casa. La sinistra porta dentro l'invidia che ha l'ideologia comunista, più disumana e criminale ed è rimasta la stessa», attacca Berlusconi, alzando il livello della voce fino a strillare rivolto verso il pubblico.

Scalfaro. «Era assolutamente di sinistra, era il peggiore», afferma Silvio Berlusconi a Servizio Pubblico parlando dell'ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

Travaglio. Quarantadue ragazze a libro paga che lo hanno «coinvolto in brutti guai» e lo hanno reso «ricattabile», campata per aria la presunta "congiura" del governo dei tecnici che avrebbe disarcionato Berlusconi: sono due i capi di imputazione contro il Cavaliere, su cui si sviluppa l'arringa di Marco Travaglio. Con una sola interruzione iniziale di Berlusconi che chiosa la sua stessa frase ricordata da Travaglio («non ho mai pagato una donna in vita mia»): «Non l'ho mai pagata per fare l'amore», puntualizza il Cav. Travaglio ripercorre quindi le tappe del cosiddetto "bunga bunga" prendendo come esempio il caso di «Barbara Matera prima a libro paga nel 2007 e 2008 e poi nel 2009 candidata e eletta al parlamento europeo e quindi ora - ha sottolineato il giornalista - la paghiamo noi». Sul secondo capo di imputazione, ossia la "congiura", Travaglio elenca (citando anche le date, giorno per giorno) tutte le dichiarazioni e le interviste di Berlusconi in cui aveva espresso apprezzamento e pieno sostengo al governo Monti, sottolineando tra l'altro in più occasioni, di essersi dimesso dal governo per senso di responsabilità. «Lei ha perso 20 anni, ha speso tutte le sue energie e la sua potenza non a combattere la mafia e l'evasione fiscale ma a combattere chi le combatteva», dice poi TravagBerlusconi, durante Servizio Pubblico. «Ho aspettato 20 anni per intervistarla - ha aggiunto Travaglio - ma ora non mi viene nessuna domanda perchè la cosa più grave non è cosa ha detto e cosa ha fatto in questi anni ma cosa non ha detto e non ha fatto. Pensi ora l'Italia come sarebbe... verrebbe da piangere a tutti noi e forse anche a lei». «Non ha detto che chi non paga le tasse non è un furbo ma un ladro che ruba agli onesti. Non ha detto che chi paga o prende tangenti non va candidato. Che la mafia non va combattuta ma che va sconfitta proprio, che la Costituzione va rispettata e non va cambiata ogni volta».

Gli indagati nel Pdl. «Nell'ultimo Parlamento avevo 400 tra senatori e deputati e se qualcuno non è stato il massimo della probità e dell'onestà non si può pretendere e imputare colpe a chi deve giudicare». Così Berlusconi replica a Marco Travaglio, che legge un lungo elenco di persone che - elette nel Pdl - sono state coinvolte in vario modo in vicende giudiziarie. Il leader del Pdl ha spiegato che situazioni del genere sono dovute «alla natura umana» e avere onestà totale è impossibile: «non si può fare con i sacerdoti, non si può fare con i carabinieri. Si può essere ingannati».

Lo scontro finale. Silvio Berlusconi, dopo essere stato sul banco degli imputati alla trasmissione di Santoro, diventa giudice e attacca Marco Travaglio definendolo "genio del male" ed elencando, leggendo una lettera, tutti processi per cause civili e penali in cui è incorso il giornalista che - dice- ha usato il metodo del copia e incolla senza verifiche nei suoi servizi. Il Cavaliere ricorda come Travaglio, dopo la laurea, fu assunto proprio al Giornale, di cui lui era editore. Quindi l'elenco delle cause addebitate al giornalista, le prescrizioni, inserendo anche la dichiarazione del 2005 di 282 mila euro. L'elenco sciorinato da Berlusconi provoca la reazione violenta di Santoro che chiede al Cavaliere di smetterla gridando «si vergogni» e aggiungendo, a proposito del "Giornale", che sarebbe stato proprio lui a cacciare Indro Montanelli. Berlusconi in finale di puntata - secondo il conduttore - stava addormentando una «bella trasmissione» con la lettura «di scartoffie messe assieme dai suoi collaboratori di cui manco conosce i contenuti». E dopo una puntata sostanzialmente contraddistinta da toni moderati, le voci si alzano. E si alza anche Berlusconi che però lo fa per andare a stringere ad un arrabbiato Santoro la mano. Il giornalista, però, sempre più nero, gliela nega. La scena la riprende quindi Berlusconi, che sorridendo invita Travaglio ad alzarsi dalla sedia «perché questo è il mio posto» e, una volta liberata, l'ha platealmente pulita prima con una cartellina e poi con un fazzoletto.

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