Furbetti del cartellino, assenteisti in Sicilia: andavano a caccia dopo aver timbrato

Furbetti del cartellino, assenteisti in Sicilia: andavano a caccia dopo aver timbrato
di Luigi Fantoni
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Martedì 26 Gennaio 2016, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 10:34

ROMA - Dalla Sicilia alla Lombardia. Passando per la Puglia. L'assenteismo negli uffici pubblici continua a dare scandalo. Anche dopo le ultime disposizioni previste dalla riforma Madia che prevede una linea dura per i furbetti del cartellino. Uno di loro, quello che a Sanremo era stato ripreso mentre timbrava in mutande, è stato licenziato dopo essere diventato il simbolo dell'assentesimo nel pubblico impiego.

A Pachino, in Sicilia, i motivi per assentarsi dal posto di lavoro erano diversi: tornare a casam fare una passeggiata, andare a caccia. E i più intraprendenti non avevano timore a recarsi fuori provincia per lo shopping. Così la Guardia di Finanza ha denunciato per truffa ai danni dello Stato 7 dipendenti del Comune in provincia di Siracusa tra cui un dirigente. In totale oltre 103 ore di assenza accumulate, con un record di un dipendente dell'82 per cento di assenza sul suo orario. L'inchiesta della Procura è scattata dopo una serie di segnalazioni.

IL COMPUTER VIOLATO
«Due denunce di dipendenti dello stesso Comune - spiegano in Procura - ma anche esposti da parte di cittadini». Sembra che quella di Pachino non sia l'unica inchiesta aperta su dipendenti comunali assenteisti. Le indagini, eseguite dai carabinieri di Noto prima dell'estate, sono durate una ventina di giorni con le telecamere piazzate vicino agli strumenti per timbrare il cartellino. «Oltre 439 ore di videoriprese - rivelano i carabinieri - hanno fatto emergere che 7 dipendenti su 12 si assentavano, arbitrariamente, dal posto di lavoro». Intanto il comune di Pachino ha aperto un procedimento interno

A Bergamo la Guardia di finanza si è presentata ieri mattina al municipio di Villongo (Bergamo) per sequestrare due computer utilizzati da altrettanti dipendenti del Comune, due donne accusate di truffa ai danni dello Stato. Secondo le indagini, le due dipendenti timbravano regolarmente il cartellino d'entrata al lavoro, ma poi se ne andavano prima della scadenza regolare dell'orario, timbrando nuovamente il cartellino. Le due dipendenti riuscivano a entrare nel sistema informatico del Comune e a modificare l'orario di uscita, in modo che risultasse che avevano lavorato regolarmente.

LA CARRIERA DELL'OTTICO
Polemiche a Brindisi dove le immagini delle microcamere nascoste furono proiettate nell'aula di giustizia in cui è iniziato due anni fa e si è concluso la scorsa estate il processo di primo grado per assenteismo. Nei filmati si scorgevano le addette alle pulizie che strisciavano i badge altrui nella macchinetta marcatempo, all'ingresso di una delle sedi della Asl di Brindisi. Ma anche medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti, che dopo aver timbrato il cartellino si recavano a casa, a fare la spesa al discount, ad accompagnare i bambini a scuola. Per quei fatti 36 dipendenti pubblici sono stati condannati in primo grado, nel giugno scorso, a pene comprese tra sei mesi e tre anni.

Inizialmente erano 48 gli imputati, 14 dei quali sono stati assolti. Sono tutti ancora in servizio presso la stessa azienda sanitaria. Anche coloro i quali sono stati ritenuti assenteisti. Uno di essi, un oculista ha ottenuto perfino una progressione di carriera.