Roma, follia ultrà dopo Milan-Juve, la vittima: «Hanno colpito per uccidere, mi sono salvato per miracolo»

Roma, follia ultrà dopo Milan-Juve, la vittima: «Hanno colpito per uccidere, mi sono salvato per miracolo»
di Alessia Marani
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Lunedì 23 Maggio 2016, 08:13 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 08:18


«Hanno colpito alla cieca, non per fare male, ma per uccidere, volevano commettere una barbarie. Ancora non ci credo». Alessandro Palmieri, 40 anni, bolognese, anche se ferito e scosso per l'aggressione di sabato notte al Jet Lag di via Leone IV, dal letto dell'ospedale San Camillo di Roma dove è ricoverato dopo l'operazione all'addome, vuole parlare.

Alessandro cosa è successo?
«Ero solo, stavo mangiando all'interno del locale. Avevo lasciato la mia compagna nella casa vacanze dove stavamo trascorrendo qualche giorno di relax. Avevo visto la partita in tv, a casa. Sono juventino ma così, come tanti, nessuna appartenenza a tifoserie. All'improvviso ho sentito un frastuono, rumore. Mi sono alzato, ero di spalle, mi sono girato per guadagnare l'uscita. È spuntato un coltello, con una lama di 20-30 centimetri.».

Ha visto in volto chi l'ha colpita?
«C'era un tipo davanti a me, l'ho guardato in faccia. In quel momento è spuntato il coltello, ma non l'ho visto sferrare il colpo, ho sentito però il fendente nella parte destra dell'addome. Ho abbassato lo sguardo. Ho visto il sangue uscire copioso, soprattutto del materiale organico. D'istinto ho messo la mano per coprire, chiudere. È stato orribile».

Ha perso conoscenza?
«È arrivata l'ambulanza. Il raid è stato velocissimo. Ero di spalle, non so dire quanti erano con esattezza, ma credo almeno 7, una decina. Per fortuna sono riuscito a rimanere lucido e a tappare con le mani la ferita. I medici mi hanno detto che se non lo avessi fatto a quest'ora sarei morto».
 
Quindi, non era a Roma per la partita di Coppa Italia.
«No, no. Diciamo che sono rimasto ufficialmente disoccupato da poco, per non pensarci ero venuto in vacanza nella Capitale, sarei dovuto ripartire il prossimo sabato. Mi è andata bene, meglio stare in ospedale che nella tomba».

Ma non indossava una sciarpa, una maglietta bianconera che può avere attirato l'attenzione dei tifosi del Milan?
«Assolutamente, no. Guardi ecco nel sacchetto di plastica i jeans, il sopra delle tutta azzurra con la zip e le scarpe azzurre che indossavo. E nessuno nel locale aveva maglie o sciarpe di un club o di un altro. Non avevano nemmeno trasmesso il match».

Che cosa pensa, quale può essere stata la scintilla?
«Non ho idea, hanno agito senza motivo. Mi pare così assurdo. Non so se sono usciti dal pullman o erano già fuori. Ma colpisce che avessere un coltello con una lama di 20-30 centimetri che ho visto venire fuori per uccidere e per distruggere. È stato un agguato all'arma bianca, senza un perché, non per fare male ma per uccidere».