Alpi piemontesi, per 1.200 alpini addestramento ad alta quota e in condizioni estreme

Alpi piemontesi, per 1.200 alpini addestramento ad alta quota e in condizioni estreme
di Ebe Pierini
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Venerdì 17 Febbraio 2017, 19:44 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 12:18

Hanno scalato il Col Bousson fino a quota 2155. Circa 1.200 alpini hanno partecipato ad un impegnativo addestramento sci-alpinistico organizzato dalla brigata alpina “Taurinense” sulle Alpi piemontesi. L’attività, a cui hanno preso parte anche alcuni giovani ufficiali della scuola di applicazione di Torino e che ha visto la partecipazione di due elicotteri del 34° Gruppo Squadroni dell’Esercito, era finalizzata a verificare le capacità dei reparti nel saper vivere ed operare nel difficile ambiente della montagna, dove le rigide temperature invernali, l’isolamento e le mutevoli condizioni meteorologiche mettono a dura prova fisico e mente. Nel corso di una settimana i reparti della brigata, equipaggiati per operare in completa autonomia, hanno percorso cinque diversi itinerari che li hanno portati a superare dislivelli di oltre 1.400 metri.
 

 


La cerimonia dell’alzabandiera si è svolta alla presenza del comandante delle truppe alpine, Federico Bonato, del comandante della brigata Taurinense, Massimo Biagini, dei sindaci e dei presidenti delle sezioni dell’Associazione Nazionale Alpini delle città in cui hanno sede i reparti coinvolti. Gli alpini che si sono particolarmente distinti per impegno e capacità svolgeranno corsi sci-alpinistici sempre più selettivi al termine dei quali potranno conseguire le qualifiche di esperto militare in neve e valanghe, comandante di squadra soccorso e di guida alpina militare. L’addestramento in montagna e, nel caso specifico, nel campo dello sci-alpinismo rappresenta per le Truppe Alpine una delle fasi principali della formazione specialistica del proprio personale. Le specifiche capacità che vengono acquisite risultano essere infatti  fondamentali non solo nell’ambito delle numerose operazioni internazionali in cui opera l’Esercito, ma anche in Italia qualora chiamati ad intervenire con assetti specialistici e personale altamente qualificato a supporto della popolazione civile colpita da pubbliche calamità, come recentemente accaduto per l’emergenza neve. 

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