“Non abbiate paura!”: applausi e commozione per il musical su Wojtyla

Il musical "Non abbiate paura", su Papa Wojtyla
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Martedì 22 Aprile 2014, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 18:13

Uno di famiglia: per molti Giovanni Paolo II stato questo, un papa autorevole, certo, ma principalmente una persona da amare e a cui aggrapparsi nei momenti di difficolt.

In omaggio al suo ricordo ancora vivo e pulsante, ieri, nel Lunedì dell'Angelo, è andato in scena in prima mondiale all'Auditorium della Conciliazione di Roma il musical «Non abbiate paura!», per la regia di Gianluca Ferrato e Andrea Palotto, autori del testo insieme a Don Giuseppe Spedicato, che ne ha concepito l'idea. A pochi giorni dalla canonizzazione di Karol Wojtyla, lo spettacolo, in scena fino al 24 aprile, è l'unica opera riconosciuta dalla Chiesa, e ha ricevuto la benedizione di Papa Francesco.

L'impazienza e la gioia di un pubblico trepidante ma composto hanno accompagnato l'apertura del sipario: perchè in fondo non sembra essere passato molto tempo da quando la folla, che ha gremito Piazza San Pietro nei giorni successivi alla morte e fino ai funerali del papa polacco, gridava «Santo subito!», rivolgendo il pensiero alla dignità con cui egli aveva sempre affrontato la sofferenza.

Non sorprende che siano proprio la bontà e la tenacia di Giovanni Paolo II, e quel sorriso mai negato a nessuno, i cardini attorno ai quali si sviluppa il musical: interpretato da Danilo Brugia (nei panni del papa), Valeria Monetti (Nicole), Sabrina Marciano (la Vergine Maria), Marco Stabile (Marek), Piero Di Blasio (Stanislao) e con la partecipazione di un valido corpo di ballo, «Non abbiate paura!» racconta le tappe principali della straordinaria vita di Wojtyla. Il linguaggio scelto è quello della semplicità: dall'amore per il teatro al seminario durante l'occupazione nazista, dalla nomina ad arcivescovo di Cracovia alla carriera in Vaticano, fino ai due conclave del '78 e alla sua elezione a papa, tutto viene raccontato in modo diretto e spettacolare grazie alla scenografia ricca di simboli, ai giochi di luce e al ruolo preponderante della musica (Giuni Russo, Francesco Guccini, Sergio Endrigo, Enrico Ruggeri, oltre al leitmotiv di Palotto che dà il titolo al musical).

La regia attenta e la bravura del cast si mettono al servizio di uno spettacolo che dosa con equilibrio il sentimento e il rigore del messaggio, affinchè la figura del papa venga resa con verità e rispetto. E allora se da un lato si sottolinea quanto i rapporti umani abbiano significato per Wojtyla, dall'altro si lascia spazio all'amore per la Vergine Maria (con l'eco del motto apostolico «totus tuus ego sum») fino ad arrivare alle sofferenze più grandi, dapprima l'attentato a opera del turco Ali Agca nel 1981 e poi l'insorgere della malattia, una «croce» che il papa ha portato su di sè con fierezza e senza vergogna.

Il secondo atto si apre con il discorso che Giovanni Paolo II, primo papa non italiano dopo 455 anni, pronunciò subito dopo la sua elezione, con quel celebre «se sbaglio mi corrigerete» che fin dall'inizio ha dato il segno dell'umiltà con cui aveva intenzione di guidare la Chiesa. Nella sala il pubblico ha un fremito, perchè il ricordo del papa polacco è ancora nitido: e, accanto alle attività che hanno segnato la sua storia di pontefice, sono proprio le piccole cose, le carezze, le mani tese che si sono fissate nella memoria della gente comune.

Un popolo che si è lasciato guidare e che ha accolto la supplica di Wojtyla - «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!» - come un invito irresistibile a guardare avanti con speranza. Perchè in fondo è stato lui per primo a non avere paura, nè di parlare con toni fermi e decisi ai potenti nè di condurre la sua Chiesa verso il III millennio, nè tanto meno di girare i 5 continenti chiamando a gran voce i giovani, affinchè si ponessero al suo fianco nel cammino.

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