Vatileaks 2, respinta richiesta sulla nullità del processo

Vatileaks 2, respinta richiesta sulla nullità del processo
4 Minuti di Lettura
Martedì 24 Novembre 2015, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 10:24
Prima udienza del processo sul cosiddetto caso 'Vatileaks 2' che vede imputati monsignor Angel Lucio Vallejo Balda, Nicola Maio, Francesca Immacolata Chaouqui, oltre ai giornalisti Giunluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi per divulgazione di documenti riservati della Santa Sede.



Nell'udienza di oggi «ripresento l'istanza per avere il mio difensore al mio fianco in questa prova, se non l'accolgono il Vaticano si macchierà del delitto di avermi negato in un processo di importanza vitale l'unica persona che avrei voluto con me», ha annunciato su Facebook Francesca Immacolata Chaouqui, che chiederà in aula di essere difesa dal suo legale di fiducia, avvocato Giulia Bongiorno, cui il Vaticano ha negato l'autorizzazione ad esercitare la difesa nel processo.



«In Vaticano è reato fare il cronista e raccontare i fatti. Ma io continuerò a fare il giornalista», ha detto Gianluigi Nuzzi intervenuto a La telefonata di Belpietro, su Canale 5. «Credo sia giusto essere presente a questo processo che si basa su leggi molto diverse da quelle italiane. Da noi c'è per fortuna il diritto costituzionale di cronaca e d'informazione che lì non c'è», spiega il giornalista e autore del libro 'Via Crucis' imputato insieme a Emiliano Fittipaldi autore di 'Avarizià.



«Non sono stato nemmeno libero di scegliermi un avvocato, me ne è stato assegnato uno d'ufficio», sottolinea Nuzzi che, riguardo alle pene dice «sono abnormi, si rischia fino a otto anni». Si tratta, sottolinea «di una reazione oscurantista al diritto miliare di ogni democrazia. Come alcuni giuristi, anche cattolici, hanno affermato, si rischia di mettere il Vaticano contro il diritto europeo ormai consolidato che afferma la libertà di stampa e di pensiero». E rimarca: «Non è mettendo le manette a un libro che si risolvono i problemi».



Al termine dell'udienza il tribunale vaticano ha respinto l'eccezione di nullità del capo d'imputazione e del decreto di citazione a giudizio, presentata dall'avv. Lucia Musso, difensore di Emiliano Fittipaldi, per la mancata enunciazione dei fatti contestati e quindi per l'impossibilità a difendersi. La corte, presieduta da Giuseppe Dalla Torre, dopo circa 45 minuti di camera di consiglio, ha respinto anche l'altra richiesta preliminare, cioè quella dei termini a difesa richiesti dall'avvocato Emanuela Bellardini, legale d'ufficio di mons. Vallejo Balda, nominata solo ieri. Il processo contro i cinque imputati, la cui prima udienza riservata alle questioni preliminari, è durata oggi circa un'ora e dieci minuti, proseguirà con udienze quotidiane, se necessario anche nel pomeriggio, la prossima settimana a partire da lunedì.



La legale di Fittipaldi, avv. Musso, dopo una dichiarazione in aula del proprio assistito, ha richiesto la nullità del capo d'imputazione e del decreto di rinvio a giudizio poichè, a suo dire, non contiene l'enunciazione dei fatti contestati per il reato previsto dall'articolo 116 bis del codice penale, se non in una forma astratta, mettendo quindi l'accusato nell'impossibilità di comprendere a quali atti, documenti o notizie divulgate ci si stia riferendo.



«Fittipaldi non è nella condizione di comprendere la contestazione e quindi di difendersi», ha sostenuto la legale, a causa della «mancata enunciazione del fatto illecito contestato».
A nome dell'ufficio del promotore di giustizia, l'aggiunto Roberto Zannotti (presente in aula anche il promotore titolare Gian Pietro Milano) ha chiesto il rigetto dell'eccezione di nullità per l'asserita indeterminatezza del capo d'imputazione ritenendolo «infondata». Zannotti ha sostenuto che non è vero che sia impossibile individuare la condotta contesta, sottolineando che quello in corso «non è un processo per la divulgazione di documenti, qui non viene conculcata la libertà di stampa: l'oggetto è il modo con cui si sono acquisite le notizie». Nel decreto di citazione a giudizio a Fittipaldi e all'altro giornalista Gianluigi Nuzzi - ha ricordato il promotore di giustizia aggiunto - vengono contestate «pressioni e sollecitazioni» nei confronti di mons. Vallejo per ottenere le notizie e i documenti, e questo «lo si specificherà più diffusamente nell'istruttoria dibattimentale». Non è inoltre sostenibile che ci sia l'impossibilità a difendersi. «Quali sono le notizie? - ha detto ancora -. Sono quelle pubblicate nel libro. Non si parla di documenti sconosciuti. Lo contestazione sta nell'essersi procurato documenti con una condotta che l'ufficio del promotore di giustizia ritiene illecita». La corte ha quindi respinto l'istanza difensiva, sottolineando che «per quanto succintamente, gli elementi d'accusa sono delineati nel decreto di citazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA