«La corruzione morale è come un piano inclinato, piccole violazioni spesso precedono e favoriscono reati più importanti. Perché si incomincia sempre con una piccola bustarella, ma poi è come la droga, eh!» Una sostanza che crea dipendenza. La tentazione del denaro è come se fosse troppo forte anche per coloro che sono chiamati ad essere immuni dalla corruttela. Al centro della riflessione del Papa, fatta stamattina nella cappella di Santa Marta, c'è ancora una volta il tema dell'inclinazione alla superficialità, alla vanità, alla frivolezza, all'avidità.
Un argomento affrontato ciclicamente nelle predicazioni mattutine. «Bisogna guardarsi dalla mondanità, dalla doppia vita».
Bergoglio ribadisce che non è sempre facile custodire l’identità cristiana, che bisogna
essere coerenti ed evitare di cadere nelle tentazioni che allontanano dall'essenza. «Uno fa finta di
essere così ma poi vive in una altra maniera. E questo diventa un tarlo che distrugge, degrada la stoffa e poi questa stoffa diventa inutilizzabile».
Un po' di tempo fa, parlando degli amministratori corrotti, personaggi «devoti della dea tangente», aveva detto che con il loro comportamento alla fine portano a casa un frutto avvelenato, danno da mangiare «pane sporco» ai propri figli: a questa «furbizia mondana», aveva aggiunto il Papa, si deve rispondere con la «furbizia cristiana» che è «un dono dello Spirito Santo».
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