Papa: «Non usare il nome di Dio per giustificare violenze»

Papa: «Non usare il nome di Dio per giustificare violenze»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 26 Novembre 2015, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 10:52
dal nostro inviato

NAIROBI - “Il dialogo ecumenico e interreligioso non è un lusso”. Il Papa inizia la sua seconda giornata a Nairobi in Kenya, abbracciando tutti i Capi delle diverse confessioni cristiane (anglicana, evangelica, metodista, pentecostale, African Inland Church, animista e musulmana).


“Il Dio che cerchiamo di servire è un Dio di pace. Il suo santo nome non deve mai essere usato per giustificare l'odio e la violenza”. Il rappresentante musulmano Abdulghafur El-Busaidy ha risposto che i leader religiosi hanno il dovere di promuovere giustizia, rispetto, amore, speranza. “E allo stesso tempo dobbiamo dire NO all'odio, all'ingiustizia, all'impunità, al ricatto, alla morte e alla distruzione.

L'Islam non è questo”. Bergoglio ricorda poi gli attentati che in questi anni hanno squassato il Kenia, ultimo in ordine temporale, in aprile, la carneficina di Garissa dove sono stati uccisi dai miliziani islamici Shabab 147 studenti universitari. “In una società democratica e pluralistica come questa, la cooperazione tra i leader religiosi e le loro comunità diviene un importante servizio al bene comune “ ha insistito Bergoglio.

“So che è vivo in voi il ricordo lasciato dai barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera.
Troppo spesso dei giovani vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia, per seminare paura e per lacerare il tessuto stesso delle nostre società”.
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