Papa Francesco alla messa di Ognissanti: «Chi semina zizzania non è mai felice»

Papa Francesco alla messa di Ognissanti: «Chi semina zizzania non è mai felice»
3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Novembre 2015, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 09:04

«Guardiamo la faccia di quelli che vanno in giro a seminare zizzania: sono felici? Quelli che cercano sempre le occasioni per imbrogliare, per approfittare degli altri, sono felici? No, non possono essere felici».

Sono parole, quelle pronunciate questo pomeriggio da papa Francesco nella messa al cimitero del Verano per la solennità di Tutti i Santi, che risuonano in questi giorni con un significato particolare, mentre in Vaticano - tra voci che si rincorrono freneticamente - cresce l'attesa per gli esiti dell'indagine aperta dalla Gendarmeria sulle nuove fughe di documenti, sorta di bis della tormentata stagione "Vatileaks". Qualcuno «semina zizzania» oggi in Vaticano? - sembra puntare il dito il Papa vista la singolare coincidenza delle sue accuse, qualcuno cerca «occasioni per imbrogliare»?. «Invece quelli che ogni giorni, con pazienza, cercano di seminare pace, sono artigiani di pace, di riconciliazione, questi sì sono beati, perchè sono veri figli del nostro Padre del Cielo, che semina sempre e solo pace», ha significativamente avvertito nella sua omelia sulle «beatitudini» evangeliche.

Ma il Papa, abituato a non parlare a caso, in questo nuovo clima di «veleni» e sospetti ha messo anche un ulteriore monito nelle sue sollecitazioni, richiamando a seguire «la strada della mitezza e della pazienza», perchè lo stesso «Gesù ha percorso questa via: da piccolo ha sopportato la persecuzione e l'esilio; e poi, da adulto, le calunnie, i tranelli, le false accuse in tribunale; e tutto ha sopportato con mitezza.

Ha sopportato per amore nostro persino la croce». E dev'essere vissuto davvero come una «croce», a tre anni e mezzo dalla vicenda-shock del maggiordomo papale Paolo Gabriele, il ritorno dei «corvi» e delle «talpe» nelle segrete stanze: un dejà vu su cui non si intende restare inerti, tutt'altro, agendo quindi tempestivamente e, se necessario, con durezza. E sono due i piani, che in parte potrebbero sovrapporsi, su cui si sono concentrate le indagini: la manomissione e violazione del pc del revisore generale dei conti vaticani, Libero Milone, nominato in giugno dal Papa, e l'uscita a giorni di due libri - «Avarizia», del giornalista d'inchiesta dell'Espresso Emiliano Fittipaldi, e «Via Crucis» di Gianluigi Nuzzi, già autore del bestseller «Sua Santità» che conteneva proprio le carte trafugate e fotocopiate da Paolo Gabriele nella segreteria di Benedetto XVI - con nuovi documenti riservati sulle finanze d'Oltretevere e sugli scandali ad esse collegati. Entrambi saranno in libreria il 5 novembre.

Al momento, per l'ipotizzata fuga di segreti, è indagato almeno un monsignore, mentre restano aperte altre posizioni. Non è escluso che gli accertamenti si allarghino agli autori dei due libri, mentre sono stati sequestrati telefonini e computer e ascoltate persone. E gli sviluppi non dovrebbero tardare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA