Papa Francesco: «No all'antisemitismo e a ogni forma di persecuzione religiosa»

Papa Francesco: «No all'antisemitismo e a ogni forma di persecuzione religiosa»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Ottobre 2015, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 12:15
«A causa della violenza e del terrorismo si è diffuso un atteggiamento di sospetto o addirittura di condanna delle religioni. In realtà, benchè nessuna religione sia immune dal rischio di deviazioni fondamentalistiche o estremistiche in individui o gruppi, bisogna guardare ai valori positivi che esse vivono e propongono». È questo l'appello di Papa Francesco a piazza San Pietro, in occasione dell'udienza interreligiosa a 50 anni dalla dichiarazione conciliare Nostra Aetate.



«Una speciale gratitudine a Dio merita la vera e propria trasformazione che ha avuto in questi 50 anni il rapporto tra cristiani ed ebrei», ha affermato ancora il pontefice, «Indifferenza e opposizione si sono mutate in collaborazione e benevolenza.Da nemici ed estranei siamo diventati amici e fratelli». La via tracciata dal testo conciliare è: «"sì" alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo; "no" ad ogni forma di antisemitismo e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano».



Dopo aver indicato la via della «conoscenza, rispetto e stima vicendevoli» con i musulmani, papa Francesco ha detto che «il dialogo di cui abbiamo bisogno non può che essere aperto e rispettoso, e allora si rivela fruttuoso». «Il rispetto reciproco - ha aggiunto - è condizione e, nello stesso tempo, fine del dialogo interreligioso: rispettare il diritto altrui alla vita, all'integrità fisica, alle libertà fondamentali, cioè libertà di coscienza, di pensiero, di espressione e di religione».



Un «avvenimento particolarmente significativo» nei rapporti della Chiesa con le religioni non cristiane «è stato l'incontro di Assisi del 27 ottobre 1986», ha ricordato il papa «interreligiosa» a 50 anni . «Esso - ha sottolineato - fu voluto e promosso da san Giovanni Paolo II, il quale un anno prima, dunque trent'anni fa, rivolgendosi ai giovani musulmani a Casablanca auspicava che tutti i credenti in Dio favorissero l'amicizia e l'unione tra gli uomini e i popoli (19 agosto 1985)». «La fiamma, accesa ad Assisi - ha aggiunto il Pontefice -, si è estesa in tutto il mondo e costituisce un permanente segno di speranza».




Papa Francesco è entrato in Piazza San Pietro a bordo della «papamobile» aperta per il giro tra la folla del fedeli, prima di dare inizio all'udienza generale. L'udienza generale «interreligiosa» si tiene per espresso desiderio del Pontefice. In Piazza San Pietro Bergoglio ha incontrato i rappresentanti di diverse religioni e i partecipanti al Convegno internazionale organizzato per l'occasione dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, in collaborazione con la Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, alla Pontificia Università Gregoriana. Sono presenti rappresentanti ebraici, musulmani, buddisti, induisti, giainisti, sikh.



Le religioni devono collaborare «su numerosi temi - ha detto il Papa -: la pace, la fame, la miseria che affligge milioni di persone, la crisi ambientale, la violenza, in particolare quella commessa in nome della religione, la corruzione, il degrado morale, le crisi della famiglia, dell'economia, della finanza e soprattutto della speranza».



«Il mondo guarda a noi credenti, ci esorta a collaborare tra di noi e con gli uomini e le donne di buona volontà che non professano alcuna religione, ci chiede risposte effettive su numerosi temi.
Noi credenti non abbiamo ricette per questi problemi, ma abbiamo una grande risorsa: la preghiera: La preghiera è il nostro tesoro, a cui attingiamo secondo le rispettive tradizioni, per chiedere i doni ai quali anela l'umanità».
© RIPRODUZIONE RISERVATA