Giallo in Vaticano: violato il pc con i conti

Giallo in Vaticano: violato il pc con i conti
di Franca Giansoldati
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Sabato 31 Ottobre 2015, 03:46 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 09:44

CITTÀ DEL VATICANO Altri grattacapo in vista per Papa Bergoglio. In Vaticano è stato violato il computer del revisore generale Libero Milone, 67 anni, ex Deloitte, il professionista scelto da Francesco nel giugno scorso con il compito di supervisione e controllo sui conti e i bilanci di tutti gli organismi, gli uffici e le istituzioni della Santa Sede. Insomma, su tutta la finanza vaticana. La notizia diffusa in tv l'altra sera dal faccendiere Luigi Bisignani, alla vigilia dell'uscita di un nuovo libro di Nuzzi, in via ufficiale non viene confermata né smentita. «Al momento non abbiamo nulla da dire» ha replicato la Sala stampa vaticana. Ma sul fatto che sia vera non ci sono dubbi e nelle stanze d'Oltretevere se ne parla parecchio.

LE INDAGINI
La violazione informatica sarebbe avvenuta nell'ufficio di Milone. Il revisore generale avrebbe denunciato il fatto alla Gendarmeria che ha avviato le indagini. L'episodio fa venire in mente la stagione dei corvi e di Vatileaks, anche se stavolta ha preso di mira il professionista dei conti che dovrebbe certificare i bilanci. Milone, 32 anni di esperienza nella multinazionale dell'auditing Deloitte & Touche, di cui è stato Ceo per l'Italia, già nei cda di società quotate tra cui Fiat Industrial e Indesit, risponde soltanto al Papa e ha facoltà di verifica in ogni contabilità d'oltretevere. La vicenda si inserisce anche nel clima di conflitto per il controllo delle finanze che ha visto contrapposte la Segreteria per l'Economia guidata dal cardinale australiano Pell, i cui poteri sono stati ridimensionati rispetto alle previsioni iniziali perdendo di fatto quelli sulla gestione dei beni, e la Segreteria di Stato con a capo il cardinale Parolin.

LA LETTERA
Solo tre giorni fa il Papa ha pubblicato una lettera in cui ribadisce che tutte le assunzioni e i trasferimenti di personale fatti da qualsiasi dicastero o struttura, così come i relativi trattamenti economici, devono avere il nulla osta della Segreteria di Stato e rientrare nei limiti delle tabelle organiche esistenti e dei regolamenti in vigore. Proprio su assunzioni ed entità degli stipendi non mancano tensioni. La prossima settimana usciranno due libri che promettono rivelazioni sui conti d'Oltretevere, uno è stato scritto da Nuzzi, e l'altro da Emiliano Fittipaldi, giornalista dell'Espresso. Entrambi contengono documenti riservati. Naturalmente la vicenda rischia di diventare una Vatileaks-due. Nei mesi scorsi erano usciti altri documenti confidenziali: in particolare verbali di incontri tra i membri del collegio cardinalizio dell'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, dove si attaccava apertamente Pell. «C'è uno che fa tutto e gli altri no» diceva a verbale il neo-camerlengo Jean Luis Tauran, dopo che il presidente dell'Apsa spiegava che l'australiano voleva mettere le mani anche sull'ente che si occupa del patrimonio immobiliare vaticano. «Siamo in una fase di sovietizzazione, è molto preoccupante» chiosava. Il cardinale Re a sua volta aggiungeva. «È pericoloso che la Segreteria dell'Economia prenda in mano tutto, così l'Apsa non ha più senso».