Alemanno tenta il rilancio della destra con Azione Nazionale

Alemanno tenta il rilancio della destra con Azione Nazionale
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Sabato 28 Novembre 2015, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 18:44
Ridare forza alla destra. Partire dal basso, mettere in 'movimento' liste civiche, circoli locali, associazioni, categorie, pezzi di società civile e rispondere ad una domanda di 'destrà che esiste. È l'obiettivo non poco ambizioso di Azione Nazionale che oggi - Inno di Mameli e Marsigliese in apertura - ha riunito più di mille persone da tutta Italia al Teatro Quirino di Roma, per la ufficiale presentazione del movimento.

Tanti i quarantenni, diversi ex An. Tra i promotori Gianni Alemanno, in platea Francesco Storace, Roberto Menia, Giuseppe Scopelliti, Pasquale Viespoli, Francesco Aracri, Mario Landolfi, Domenico Nania e Fausto Orsomarso, portavoce del Movimento. «L'area di destra è viva e vitale - dice Alemanno al termine dell'incontro - e Azione Nazionale, contraria ai verticismi che animano l'attuale centrodestra, nasce dal basso per questo, per costruire una forza di destra nazionale. Non un partito, ma la riaggregazione a partire da liste civiche della destra».

Di stretta attualità i temi del manifesto programmatico presentato. Da un impegno diretto dell'Italia nella guerra contro l'Isis, con un intervento militare di terra, al censimento dei luoghi di culto islamico e degli Imam, fino ad un più incisivo modello di integrazione. Dalla moratoria delle trattative per l'Accordo transatlantico di libero scambio (TTIP), all'obbligo di riservare il 30% degli investimenti pubblici al Sud del Paese, ad un New Deal italiano per il rilancio del Paese, a politiche per la famiglia ed quoziente familiare.

Ma è il tentativo di «colmare il vuoto di Destra che c'è nell'attuale offerta politica» il cuore del manifesto politico.
Lo spiega il portavoce Orsomarso: il centrodestra può risorgere solo se si rimette in gioco «dal basso», attraverso «primarie a tutti i livelli» e un tavolo programmatico per un nuovo «progetto Paese» e il confronto sistematico con categorie produttive, autonomie funzionali ed organizzazioni della società civile. Ecco perciò
«un'alternativa al salvinismo», per un centrodestra »davvero alternativo alla sinistra renziana e all'antipolitica».
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