Gli studenti, tutti di età compresa tra i 18 e i 19 anni, verranno giudicati in appello il prossimo 20 dicembre a Sousse, ma sembra ci sia ben poco da fare per diminuire la condanna. Lo ha reso noto l’associazione Shams per la difesa dei diritti delle persone LGBT in Tunisia, che si batte da anni per la depenalizzazione dell’omosessualità nel Paese, per altro in chiaro contrasto con i principi della nuova Costituzione del 2014.
Gli avvocati dei ragazzi coinvolti hanno anche denunciato esami atroci che questi hanno dovuto subire per dimostrare la verità dello loro dichiarazioni durante il carcere preventivo. Pratiche che vengono considerate disumane e degradanti. La vicenda ha attirato l’attenzione anche di alcuni gruppi internazionali che si battono per i diritti umani. Primo tra tutti Amnesty International, che ha commentato la decisione del tribunale tunisino definendolo “un esempio sconvolgente di discriminazione radicata, una pena che sembra faccia sprofondare il Paese islamico di nuovo nel Medioevo, non coerentemente con l’evoluzione degli ultimi anni”, richiedendo anche il rilascio immediato dei sei.
Tuttavia, un portavoce del ministero degli Interni, Walid Louguini, ha difeso la sentenza, sottolineando come il compito del tribunale sia stato quello di far rispettare la giustizia. Non è la prima volta che in Tunisia vengono prese simili decisioni. Soltanto lo scorso settembre un altro studente di Sousse era stato condannato a un anno di reclusione perché omosessuale.