Perù, si rifiutano di pagare il pizzo: sicario li fredda in un ristorante pieno di gente

Perù, si rifiutano di pagare il pizzo: sicario li fredda in un ristorante pieno di gente
di Federica Macagnone
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Lunedì 28 Dicembre 2015, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 18:19

Una lunga serie di minacce prese alla leggera, nessuna denuncia alla polizia e il tragico epilogo in un ristorante pieno di gente dove i killer li hanno freddati a colpi di pistola. Cristian Alegre Rivera, 32 anni, e Rafael Ramos Trinidad, 37, non pensavano che gli uomini che si erano presentati alle porte delle loro attività facessero sul serio: un dazio in cambio di protezione, una sorta di pizzo, che entrambi si erano rifiutati di pagare finendo per decretare il loro destino.

Due giorni fa Cristian e Rafael si trovano al Roky's di Huaral, vicino Lima, in Perù: stavano gustando una delle tante varietà di pollo offerte dal ristorante quando un uomo con un cappellino da baseball e con indosso una felpa grigia è entrato nel locale e ha puntato l'arma contro le due vittime sparando loro un colpo fatale alla testa. Nella sparatoria altre due donne sono rimaste ferite da proiettili vaganti, mentre è ancora sotto choc la comitiva di bambini che si era riunita al Roky's per una serata tra compagni di scuola. I momenti drammatici sono stati ripresi da una telecamera di sicurezza e adesso le immagini stanno rimbalzando sui media di tutto il mondo.

Secondo la polizia Cristian, proprietario di un'impresa di pompe funebri, era stato preso di mira da una banda criminale nel corso dell'ultimo anno. Rafael, invece, lavorava per una società di costruzioni nella città di Arequipa, era stato minacciato anche lui e si trovava a Huaral con la moglie e i due figli per Natale. «Sono entrati espressamente per uccidere – ha detto un portavoce della polizia - Inizialmente si era parlato di una rapina finita male, ma i testimoni hanno smentito tale versione. La nostra ipotesi è che le vittime si siano rifiutate di pagare il pizzo. A quanto pare entrambi non hanno preso sul serio gli avvertimenti ricevuti e non hanno denunciato le minacce».

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