Migranti, Bruxelles: 3 miliardi alla Turchia E riparte il processo di adesione all'Europa

Migranti, Bruxelles: 3 miliardi alla Turchia E riparte il processo di adesione all'Europa
di Marco Conti
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Lunedì 30 Novembre 2015, 09:44 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 18:03

dal nostro inviato
BRUXELLES Consiglio europeo dalla durata record quello che ieri pomeriggio ha ratificato l'intesa con la Turchia per la gestione dei migranti che fuggono dalla guerra sulla rotta balcanica. Tre miliardi di euro che i Ventotto consegneranno ad Ankara affinché gestisca il flusso attraverso campi profughi di accoglienza e di identificazione. Denaro, ma anche politica visto che la Turchia ottiene la riapertura del processo di adesione di Ankara all'Unione europea chiuso anni fa per l'opposizione della Merkel e di Sarkozy. «Gli ultimi giorni hanno dimostrato quanto sia importante là cooperazione strategica e geopolitica con la Turchia», ha sostenuto pragmaticamente il polacco Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo. L'accordo è importante perché, anche se ancora mancano alcuni dettagli, associa di fatto la Turchia alla Unione Europea anche nella lotta al terrorismo.

LE RESISTENZE
Le resistenze non mancano così come non è ancora chiaro come verrà ripartita la spesa. Juncker, presidente della Commissione Europea, ha avanzato una proposta che prevede 500 milioni carico del bilancio comunitario e i restanti 2,5 miliardi da suddividersi per ogni singolo stato con la promessa di tenere la cifra fuori dal patto di stabilità. «Vedremo, ne discuteremo anche in Parlamento», ha sostenuto Matteo Renzi prima di entrare nella sala della riunione dove ad attenderlo non c'erano solo i Ventisette capi di stato e di governo, ma anche il primo ministro turco Davutoglu. Altro nodo ancora poco chiaro, anche se nel documento finale si cerca di precisare, è se considerare i tre miliardi un'una tantum o, come vogliono i turchi, una cifra da corrispondere annualmente alla Turchia.
Nel giorno dei funerali dell'avvocato curdo, delle proteste in Turchia e della lettera dei due giornalisti arrestati perché lavoravano ad un'inchiesta sul traffico d'armi, Erdogan spunta un successo non da poco dovuto alla tenacia di Angela Merkel alle prese con un brusco calo di popolarità per l'arrivo in Germania di migliaia di siriani.

«Sono grato a tutti i leader europei per questo nuovo inizio, che non è solo una riunione, ma è l'inizio di un processo molto importante per il futuro per la nostra casa comune in Europa», ha sostenuto visibilmente soddisfatto il premier turco Ahmet Davutoglu che dice di sentirsi, dopo questo incontro, «più fiducioso poiché condivide con i leader Ue le sfide globali dalla crisi economica a quelle geopolitiche, inclusa l'immigrazione».

Renzi, soddisfatto per essere riuscito a fare dell'immigrazione «un problema europeo», è l'unico leader che entrando ricorda di avere in tasca la lettera dei due giornalisti turchi arrestati perché la Turchia sa «perfettamente che questo rapporto con l'Ue tiene insieme uno scambio, un dialogo da tenere aperto, senza venir meno alle nostre attese sui diritti umani». L'asticella dei diritti «rimane alta», ma poiché «l'accordo con Ankara è interesse di tutti», come ha sostenuto Hollande, per ora Bruxelles sembra mettere una pietra sopra alle discutibili prassi democratiche e alle complesse modalità istituzionali della Turchia.

Non meno entusiasta è la Cancelliera secondo la quale la Turchia «ha il diritto di aspettarsi un aiuto dall'Unione europea sui rifugiati» perché «la maggior parte dell'accordo con Ankara sta nel sostituire l'immigrazione illegale con quella legale». Tutti d'accordo, quindi, nell'affrontare alla Turchia il compito di sentinella del confine est dell'Europa. Tutti soddisfatti, almeno per il momento.