Ministro australiano costretto a dimettersi: avrebbe "molestato" una dipendente

Ministro australiano costretto a dimettersi: avrebbe "molestato" una dipendente
di Federica Macagnone
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Giovedì 31 Dicembre 2015, 10:27 - Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 14:03
Doppio trauma per il governo del premier australiano Malcolm Turnbull che, tre mesi dopo essere salito al potere, perde in un colpo solo due ministri, messi in condizione, per vicende diverse, a dare le dimissioni.
 
Il ministro Jamie Briggs, 38 anni, sposato e con tre figli, ha ammesso martedì di aver commesso un «errore di valutazione professionale» e di non aver corrisposto agli «alti standard richiesti ai ministri» quando il mese scorso, durante una visita ufficiale a Hong Kong,  è andato a tarda notte in un bar molto popolare e affollato con il capo del suo staff e una dipendente pubblica. Una serata che per lui è stata fatale. Secondo quanto riporta l'Adelaide Advertiser, Briggs si ritrova con tre accuse sulle spalle: aver fatto commenti sullo sguardo penetrante della donna; averla abbracciata; averla baciata sulla guancia mentre lasciavano il locale. Il ministro si è difeso dicendo che si trovava in una situazione informale e che la dipendente è poi tornata a casa da sola, mentre lui e il capo del suo staff sono tornati in hotel. Nei giorni successivi, però, la donna ha manifestato disappunto per il suo comportamento di quella serata, dichiarandosi offesa. Briggs si è scusato con lei, ma ha ribadito anche in seguito che non aveva alcuna intenzione di comportarsi in «modo inappropriato», sottolineando in ogni caso di non aver fatto nulla di illegale. Nulla di illegale, ma evidentemente non consono al rango di un ministro: da qui le dimissioni.. 
 
L'altro ministro costretto a dimettersi martedì è Mal Brough, indagato dalla polizia federale australiana per mesi con l'accusa di aver ingannato il Parlamento e aver avuto un ruolo nella riproduzione illegale dei diari di un ex presidente del Parlamento. Mentre Briggs era un sostenitore di Abbott, Brough era un sostenitore dell'attuale premier Turnbull e aveva preso parte al complotto per spodestare Abbott. Il nuovo premier lo premiò nominandolo ministro: una decisione fortemente criticata dal partito laburista all'opposizione.
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