La direzione pedagogica del ministero dell’Istruzione ha infatti espresso preoccupazione che la sua lettura tra persone non ancora mature possa spingere a matrimoni misti. Lo riportano fonti della stampa locale, secondo le quali “le relazioni intime tra ebrei e non ebrei, e certamente la possibilità di formalizzarle attraverso il matrimonio e una famiglia, anche se ciò non accade nella storia in questione, sono viste da molti nella società come una minaccia alle identità separate”.
Il libro narra la storia d’amore tra l’israeliana Liat e Hilmi, un artista palestinese, conosciutisi a New York ma costretti a separarsi dopo il ritorno, rispettivamente, a Tel Aviv e Ramallah. Ma, nonostante la censura, il successo delle vendite per l’opera della scrittrice, nata 44 anni fa a Kfar Saba, è stato talmente al di sopra delle aspettative da essere già in fase di ristampa. Addirittura in una graduatoria sul web il romanzo è diventato il best seller del Paese.
Indignati gli ambienti intellettuali di Israele per la decisione ministeriale. Sono stati in particolare i due romanzieri A.B. Yehoshua e Meir Shalev ad esprimere con forza il proprio disappunto, mentre la stessa Rabinyan ha sottolineato come “forse la capacità dei due protagonisti di superare gli ostacoli del conflitto in Medioriente è ciò da cui il ministero si sente minacciato”. Il dicastero tuttavia difende la propria decisione: il direttore generale Michal Cohen ha dichiarato che “nei curricula scolastici ci sono già libri che parlano delle relazioni tra palestinesi e israeliani. È probabile che un giorno anche “Borderlife” potrà esservi incluso”.
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