Israele, vietato a scuola il libro che racconta l’amore tra una ebrea e un palestinese

Dorit Rabiniyan, 44 anni e israeliana
di Ida Artiaco
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Venerdì 1 Gennaio 2016, 17:12 - Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 13:55
Una traduttrice si innamora di un pittore nel tentativo di vivere felici e contenti e insieme per tutta la vita nonostante le difficoltà. Sembrerebbe, questo, l’inizio di una qualsiasi storia d’amore. Eppure il libro che racconta le avventure di questi due amanti, una ebrea e un palestinese, è al centro di una grande disputa perché vittima di censura. Il nuovo romanzo di Dorit Rabiniyan, dal titolo “Borderlife”, è stato eliminato dai programmi liceali in Israele suscitando non poche polemiche da parte dell’opinione pubblica.

La direzione pedagogica del ministero dell’Istruzione ha infatti espresso preoccupazione che la sua lettura tra persone non ancora mature possa spingere a matrimoni misti. Lo riportano fonti della stampa locale, secondo le quali “le relazioni intime tra ebrei e non ebrei, e certamente la possibilità di formalizzarle attraverso il matrimonio e una famiglia, anche se ciò non accade nella storia in questione, sono viste da molti nella società come una minaccia alle identità separate”.

Il libro narra la storia d’amore tra l’israeliana Liat e Hilmi, un artista palestinese, conosciutisi a New York ma costretti a separarsi dopo il ritorno, rispettivamente, a Tel Aviv e Ramallah. Ma, nonostante la censura, il successo delle vendite per l’opera della scrittrice, nata 44 anni fa a Kfar Saba, è stato talmente al di sopra delle aspettative da essere già in fase di ristampa. Addirittura in una graduatoria sul web il romanzo è diventato il best seller del Paese.

Indignati gli ambienti intellettuali di Israele per la decisione ministeriale. Sono stati in particolare i due romanzieri A.B. Yehoshua e Meir Shalev ad esprimere con forza il proprio disappunto, mentre la stessa Rabinyan ha sottolineato come “forse la capacità dei due protagonisti di superare gli ostacoli del conflitto in Medioriente è ciò da cui il ministero si sente minacciato”. Il dicastero tuttavia difende la propria decisione: il direttore generale Michal Cohen ha dichiarato che “nei curricula scolastici ci sono già libri che parlano delle relazioni tra palestinesi e israeliani. È probabile che un giorno anche “Borderlife” potrà esservi incluso”.

 
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