Israele, guerra con Hezbollah al confine con il Libano: «Colpiti diversi obiettivi»

Israele, guerra con Hezbollah al confine con il Libano: «Colpiti diversi obiettivi»
3 Minuti di Lettura
Lunedì 4 Gennaio 2016, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 11:01
La tensione lungo la linea di demarcazione fra Libano ed Israele e sulle alture del Golan è tornata oggi a salire bruscamente quando miliziani sciiti libanesi hanno fatto brillare un potente ordigno al passaggio di una pattuglia militare israeliana nelle controverse Fattorie Sheba (alle pendici del monte Hermon). L'episodio - subito rivendicato dagli Hezbollah - non ha provocato vittime. Ma l'interrogativo principale - a cui i responsabili militari in Israele cercano adesso di dare una risposta - è se si sia trattato di un episodio isolato, oppure se sia l'inizio di una escalation più vasta minacciata con insistenza negli ultimi tempi dal leader Hezbollah, il filo-iraniano Hassan Nasrallah.

L'attacco è avvenuto nel primo pomeriggio, in una zona che Israele considera come parte delle alture occupate del Golan, ma che gli Hezbollah ritengono parte del territorio libanese. Il convoglio israeliano era preceduto da due grandi ruspe, nel timore che sul terreno fossero stati deposti ordigni. La deflagrazione dunque era nell'aria, almeno da giorni. Come reazione, l'artiglieria israeliana ha colpito obiettivi Hezbollah nel Libano meridionale, in particolare ad al-Wazzani. E da Beirut, istantanea, è giunta la rivendicazione degli Hezbollah secondo cui l'attacco è stato condotto dalle Brigate Samir Quntar: un riferimento al miliziano druso libanese, detenuto per quasi 30 anni in Israele (in seguito a un attentato terroristico, nel 1979) e rilasciato nel 2008 a seguito di uno scambio di prigionieri organizzato dagli Hezbollah. Negli ultimi anni Quntar si era avvicinato all'Iran e aveva cercato di organizzare nel Golan siriano una milizia locale, antiisraeliana.

Il 20 dicembre però è stato ucciso da un razzo che ha centrato la sua abitazione a Damasco e Hassan Nasrallah, il leader degli Hezbollah, ha subito minacciato Israele di vendicarne la morte.
Mentre la tensione al confine saliva, nei giorni scorsi il capo di stato maggiore israeliano, generale Gady Eisenkot, si è recato sul Golan per un sopralluogo e da là ha lanciato a Nasrallah un monito preciso. Eventuali attacchi da parte sua, ha detto, scateneranno reazioni molto determinate da parte israeliana. Negli ultimi giorni l'artiglieria israeliana aveva sparato a più riprese un fuoco preventivo di sbarramento, per mantenere a distanza di sicurezza eventuali commando di Hezbollah. Adesso resta da vedere se l'attacco alla pattuglia chiuda la partita, oppure se nella zona ci si avvii ad una escalation molto più vasta. Secondo analisti israeliani, la logica farebbe pensare che Nasrallah - già impegnato in aspri combattimenti con le milizie sunnite, che gli hanno inflitto pesanti perdite - dovrebbe esitare prima di aprire un nuovo fronte. Ma negli anni passati sia Nasrallah sia Israele hanno compiuto errori reciproci di valutazione e dunque lo stato di allerta sembra destinato a restare in vigore anche nel prossimo futuro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA