Francia, la paura premia la destra, alle Regionali trionfa la Le Pen

Francia, la paura premia la destra, alle Regionali trionfa la Le Pen
di Francesca Pierantozzi
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Lunedì 7 Dicembre 2015, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 12:03

PARIGI - Il Fronte Nazionale vince nella Francia dello stato d'emergenza e dello choc del terrorismo.
Ieri sera alle otto, le prime proiezioni ufficiali del primo turno delle regionali hanno rivelato un paese in maggioranza all'estrema destra: Fronte Nazionale primo partito, con il 30 per cento, segue la destra dei Republicains di Sarkozy, con un deludente 27 per cento, e in fondo, come annunciato, il partito socialista di François Hollande, al 22-23 per cento, che evita la disfatta, ma registra l'ennesima sconfitta, dopo europee, municipali, provinciali. Certo il secondo turno potrà attenuare il trionfo del Fronte.






Le manovre in vista dei ballottaggi di domenica sono cominciate, anche se Nicolas Sarkozy ha escluso subito qualsiasi fronte con la gauche. A sinistra, i socialisti possono contare sul serbatoio di voti dei verdi e dei radicali del Front de Gauche. Ma ieri era difficile resistere alle cifre, ai risultati “storici”, tutti oltre le forchette più alte, di Marine Le Pen a nord, Marion Maréchal Le Pen a sud, Florian Philippot in Alsazia-Lorena. I sondaggi più esagerati davano il Fronte Nazionale in testa al primo turno in tre, quattro, al massimo cinque regioni. Ebbene, ieri sera il Fronte Nazionale è uscito dal primo turno in testa in sei ragioni su tredici. In cinque anni, ha triplicato il suo score: alle regionali del 2010 era all'11 per cento.

DA NORD A SUD
La presidente Marine Le Pen espugna il Nord che fu dei comunisti, e poi bastione socialista: ottiene il 41 per cento, molto avanti all'ex ministro di Sarkozy Xavier Bertrand, lontanissima dal socialista Pierre de Saintignon, fermo al 18 per cento. Ancora meglio di Marine fa Marion Maréchal Le Pen, che sfiora il 42% in Provenza-Alpi-Costa Azzurra, e distanzia il sindaco di Nizza Christian Estrosi (26 per cento) e il candidato della sinistra Castaner, fermo al 16. «La Francia rialza la testa - ha detto Marine - È un risultato magnifico che accogliamo con umiltà. Il Front National è l'unico fronte veramente repubblicano, poiché è l'unico a difendere la nazione e la sua sovranità».

Per le due Le Pen però la vittoria al ballottaggio non è affatto scontata: il partito socialista ha annunciato che nelle loro regioni ritirerà i suoi candidati per consentire ai propri elettori di votare per il candidato dei Repubblicani. Nel trionfo del suo quartier generale, a Henin Beaumont, Le Pen ha anche trovato il tempo di salutare Matteo Salvini. «È un uomo coraggioso, gli auguro molto successo. Spero che otterrà alle prossime elezioni lo stesso risultato che ha ottenuto il Front National in Francia» ha detto all'Ansa. Di fronte, Nicolas Sarkozy non ha voluto mostrare segni di cedimento, anche se il risultato delude i Republicains, che aspiravano a consolidare il titolo di primo partito del paese, pronto a riconquistare l'Eliseo tra un anno e mezzo. La destra invece stagna, e le proiezioni di ieri mostravano addirittura una flessione di un punto a livello nazionale. Sarkozy ha comunque confermato la sua linea dura: nessuna alleanza con la sinistra in vista dei ballottaggi di domenica. «Proporrò all'ufficio politico di respingere ogni fusione e ogni desistenza delle liste» ha detto Sarkozy, che ha soprattutto denunciato la politica del governo e «l'arretramento della République negli ultimi anni». Al contrario della sinistra, la destra di Sarkozy può contare su uno scarso serbatoio di voti per domenica, essendo arrivata al primo turno già con liste di unione con il centro.

L'APPELLO SOCIALISTA
Difficile la situazione anche a sinistra. Il portavoce del Governo Stéphane Le Foll ha fatto subito i conti e ha trovato che la gauche unita - socialisti, verdi e radicali - ieri sera era la prima forza del paese. Ma per i socialisti è l'ennesima sconfitta elettorale dal quando Hollande è all'Eliseo. Sono in testa soltanto in due regioni, la Bretagna e l'Aquitaine. Ieri si sono moltiplicati gli appelli all'unione: i verdi li hanno accolti, ma con i radicali del Front de gauche le trattative si annunciano difficili.

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