Brasile, polizia spara a un'auto: uccisi 5 ragazzi che festeggiavano il primo stipendio

Brasile, polizia spara a un'auto: uccisi 5 ragazzi che festeggiavano il primo stipendio
di Federica Macagnone
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Martedì 1 Dicembre 2015, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 17:06
Cinque sogni infranti in una notte di Rio de Janeiro. Cinque amici inseparabili fin dall'infanzia crivellati di colpi senza alcuna apparente ragione mentre stavano festeggiando il primo stipendio di uno di loro. Un primo passo per diventare grandi, loro che grandi lo erano già diventati dovendo attraversare tutta una serie di difficoltà familiari.

Wesley Castro, 25 anni, Wilton Esteves Domingos Junior, 20, Cleiton Correa de Souza, 18, Carlos Eduardo da Silva Souza e Roberto de Souza, entrambi sedicenni, sono stati uccisi a colpi di pistola nella favela di Costa Barros. Sabato sera, quattro agenti della polizia militare hanno crivellato di proiettili l'auto dei cinque ragazzi. Cinquanta colpi su quei cinque ragazzi che stavano festeggiando in auto il primo stipendio di Roberto come dipendente di un mercato all'ingrosso. Adesso, dopo aver condiviso gioie e dolori delle loro vite, riposeranno insieme nello stesso cimitero di Irajá.

Durante i funerali dei ragazzi, dolore e lacrime si sono mischiati alla rabbia. Abbracciata a una bandiera del Brasile simbolicamente crivellata di colpi, così come lo erano stati i corpi dei cinque ragazzi, durante le esequie la madre di Cleiton, Monica Aparecida Santana, è riuscita a malapena a pronunciare qualche parola mentre veniva sorretta. «Quando hanno messo la mano fuori dalla macchina, sono stati mitragliati. Cinque sogni infranti».

Rosiléia Castro Rodrigues, madre di Wesley Castro, con il volto rigato dalle lacrime ha detto al giornale O Globo: «Il dolore è molto grande. Nessuna madre in Brasile o in tutto il mondo merita di passare quello che stiamo passando noi. Dobbiamo essere forti, ma i sogni di mio figlio sono stati fermati».

«La Siria è qui» hanno continuato a gridare gli amici delle vittime mentre le bare sfilavano per le strade nell'ultimo viaggio verso il cimitero. Adesso le famiglie chiedono giustizia e un'indagine approfondita su quanto è accaduto in quella notte di fuoco: intanto i quattro poliziotti militari sono stati arrestati, mentre il comandante del 41esimo battaglione, a cui appartenevano gli agenti, è stato sospeso.

«Non ho più una vita, ho perso tutto – ha detto Jorge Roberto Penha, padre del 16enne che aveva deciso di festeggiare il primo stipendio con gli amici – Ho perso ogni speranza. Voglio solo che sia fatta un'indagine rigorosa su quanto è successo».