Spingere sull’acceleratore. Affinché il pacchetto di provvedimenti contro la violenza sulle donne diventi legge al più presto, «entro la fine dell’anno». A lanciare l’appello è il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani. Che chiede il «concorso di tutti», a cominciare dalle opposizioni, per far sì che il ddl contro la violenza di genere in discussione in commissione giustizia alla Camera imbocchi una corsia preferenziale.
Il testo, predisposto dai titolari di tre diversi dicasteri (Pari Opportunità, Interni e Giustizia) varato dal cdm lo scorso giugno, prevede una serie di interventi per proteggere le vittime di violenza: si va dall’applicazione automatica del braccialetto elettronico per chi è ai domiciliari all’arresto in flagranza differita, fino al divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla vittima. Misure che l’esecutivo punta a far entrare in vigore in tempi rapidi. Ecco perché Ciriani si rivolge alle opposizioni in Parlamento, auspicando la loro convergenza. A partire dalla conferenza dei capigruppo di oggi, «quando - annuncia il ministro - chiederemo l'accelerazione dell'approvazione del disegno di legge sulla violenza sulle donne. Ho già scritto al presidente della Camera per chiedere l'urgenza sul provvedimento». L’obiettivo, insomma, è fare presto, così come ribadito proprio in un’intervista al Messaggero dalla titolare delle Pari opportunità Eugenia Roccella. Ma senza comprimere troppo il dibattito parlamentare, come sarebbe stato se il testo fosse stato approvato per decreto. «È possibile approvare questo testo così importante entro la fine dell'anno ma serve il concorso di tutti», osserva Ciriani.
La sola volontà del governo, tuttavia, potrebbe non bastare.
In ogni caso, i dem si augurano però che non sia un prendere o lasciare: «Siamo convinti che il ddl possa essere ancora migliorato in Commissione. E siamo pronti a fare la nostra parte». E se anche dai Cinquestelle filtra disponibilità, Mariastella Gelmini parla di una procedura «doverosa»: «Noi di Azione lo chiedevamo da tempo, meglio tardi che mai». Mentre Mara Carfagna fa notare che il ddl del governo «ricalca quello presentato da noi a ottobre e inspiegabilmente mai portato in Aula. Almeno sulla violenza sulle donne - esorta l’ex ministra - possiamo mettere da parte tatticismi e propaganda?».