Studentessa promossa dal Tar, Valditara: «La sentenza accentua gli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali»

«Un testo unico del diritto scolastico per semplificare il lavoro dei dirigenti»

Studentessa bocciata dai prof e promossa dal Tar, Valditara: «La sentenza accentua gli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali»
di Andrea Bulleri
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Mercoledì 23 Agosto 2023, 01:39 - Ultimo aggiornamento: 08:06

I giudici non dovrebbero mai sostituirsi ai docenti. Perché solo gli insegnanti conoscono i ragazzi coi quali per tutto l’anno scolastico hanno maturato un rapporto in classe, valutando il loro livello di apprendimento, la loro attitudine e la loro propensione allo studio. Motivo per cui dovrebbero essere i prof, e «soltanto loro», gli unici a valutare se uno studente merita di essere premiato con la promozione, o se non sia più indicato fargli ripetere l’anno anche in chiave educativa. La pensa così il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Che esprime un giudizio articolato di fronte al verdetto con cui il Tar del Lazio ha di fatto prodotto l’annullamento della bocciatura di una studentessa di prima media dell’Istituto Comprensivo Statale Tivoli V, nonostante le sei insufficienze di cui una grave (in inglese) che la ragazzina aveva riportato. Non solo. Il titolare di Istruzione e Merito annuncia di aver già convocato un «gruppo di lavoro» di esperti per individuare quelle decisioni «puramente tecniche» degli insegnanti che, in quanto tali, non possano più essere ribaltate dalla giustizia amministrativa. «Al Tar spettano le verifiche sulle procedure, ma – osserva – nel merito devono sempre e solo decidere i docenti». 

Studentessa bocciata dai prof e promossa dal Tar, il ministro Valditara: «Leggerò la sentenza ma nel merito decidono gli insegnanti»

Ministro Valditara, ha letto la sentenza? Che cosa pensa della scelta dei giudici di annullare la bocciatura della studentessa? 
«L’ho letta con grande attenzione.

La decisione del Tar accentua gli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali e sotto il profilo strettamente formale appare corretta, anche perché non “promuove” la studentessa, ma annulla la decisione del consiglio di classe ritenendola non adeguatamente motivata e rimettendo la decisione finale nelle mani della scuola. È vero piuttosto che la normativa è complessa e si sente sempre più l’esigenza di un testo unico del diritto scolastico; bisogna ragionare in questa direzione per rendere più semplice il lavoro dei dirigenti scolastici e dei docenti». 

Uno degli obiettivi che ha annunciato come prioritari nell’azione del suo ministero è quello di “riaffermare la centralità delle decisioni dei docenti”. In che direzione pensa di agire, per riuscirci? 
«La complessa realtà delle pubbliche amministrazioni si compone di numerosi ordinamenti settoriali speciali. In ciascuno di essi è necessario utilizzare specifiche ed esclusive competenze tecniche, in possesso di personale specializzato e formato al loro uso. Tra questi ordinamenti settoriali spicca quello scolastico, che non a caso è affidato ai docenti, e non a generico personale amministrativo. Solo i docenti conoscono bene sia le singole materie di insegnamento sia le tecniche di valutazione culturale e psicologica da applicare agli studenti». 

Che fare, per riuscirci? Servono norme per dare maggior peso alle valutazioni dagli insegnanti? 
«Andando oltre il caso specifico, ho costituito un gruppo di lavoro al ministero, composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa. L’obiettivo è proprio quello di definire norme più stringenti affinché, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino e fatte salve le verifiche sulla regolarità delle procedure, non vengano messe in discussione valutazioni puramente tecniche che presuppongono specifiche competenze interne all’ordinamento scolastico». 

Dopo questo caso, non si rischia un’ondata di ricorsi da parte delle famiglie di tutti gli studenti bocciati? 
«Occorre allargare il discorso verso una responsabilizzazione dei genitori all’interno dell’alleanza educativa che non deve contrapporre famiglie e scuola nell’interesse innanzitutto dei giovani, contando sulla collaborazione anche della magistratura amministrativa». 

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