Salvini, mozione di sfiducia bocciata. Oggi il voto su Santachè, Iv sta con il governo: «Diremo no»

Maggioranza coesa, si spacca Azione. Gelmini: «Non siamo una caserma»

Bocciata la mozione di sfiducia a Salvini. Oggi il voto su Santachè, Iv sta con il governo: «Diremo no»
di Mario Ajello
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Mercoledì 3 Aprile 2024, 20:33 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 10:41

Matteo Salvini non c’è quando si parla di lui e tutte le opposizioni lo attaccano rinfacciandogli i legami con il partito di Putin. Non è in aula quando si vota su di lui. E quando Montecitorio respinge la mozione di sfiducia che lo riguarda. «E’ andata come doveva andare e come è ovvio che sarebbe andata», è stata la sua reazione in serata. Dopo una giornata «passata tranquillamente a lavorare come sempre per le cose che interessano agli italiani» (ponti, autostrade e via dicendo). Degli impacci che lo avevano legato alla Russia dello zar Vladimir si era già liberato alla vigilia del match parlamentare, così: «L’accordo della Lega con Russia Unita non ha più valore dopo l’invasione dell’Ucraina». 

Ed è una giornata surreale quella vissuta ieri nell’emiciclo. Mentre la maggioranza si compatta, respingendo il testo anti-Salvini con 211 no e 129 sì, Conte va via per vedere la mostra su Matteotti poco prima della discussione del testo di Calenda. Il quale non voterà quello dei 5 stelle sul quale nel frattempo litiga con Renzi, mentre il Pd si accoda stancamente e vota tutto per inerzia. Ogni spicchio dell’opposizione è contro Salvini ma in ordine sparso, facendosi dispetti e sgambetti. Tra le risatine soddisfatte dei parlamentari leghisti e di FdI. Quanto a Salvini si è fatto vedere giusto il tempo per rispondere al question time e ha parlato non certo di Russia ma degli espropri dei terreni per fare il Ponte sullo Stretto, e poi via: alle sudate carte, comprese quelle che riguardano tassisti e Ncc. Senza temere nulla dal voto dei deputati che infatti lo hanno salvato. 
Oltre a lui si tiene lontana dalla Camera anche Daniela Santanché, oggetto a sua volta di mozione di sfiducia per le sue vicende aziendali. Tanto sanno entrambi che l’esito del doppio voto (quello sulla ministra del Turismo è previsto per oggi e lei: «Sono preoccupata zero») è già scritto ed è per loro positivo. 
Quando va via da Montecitorio, in direzione Porta Pia, Salvini incrocia, uscendo dal garage, il suo antico premier dei tempi giallo-verdi, Giuseppe Conte.

Fugace stretta di mano: «Ti ho visto ieri in televisione da Belve», fa in tempo a dire Conte, mentre Salvini ride e parte con la sua auto. 

La maggioranza ha scelto la linea della difesa a oltranza di Salvini e anche di Santanché. Tutti precettati i deputati e ci sono tutti. Per la soddisfazione dei capigruppo. «Siamo uniti e compatti», gioisce Foti. E Molinari il leghista: «La sfiducia a Salvini non è un’operazione politica, è un’operazione disperata». L’ordine di scuderia arrivato direttamente da Palazzo Chigi è che, oltre a Salvini, va salvata anche Santanchè fino al rinvio a giudizio se le piomberà addosso. Dopo di che sarà lei a trarre le conseguenze. Ovvero a dimettersi. 
Le opposizioni intanto sono in modalità effetto boomerang. Quando l’aula discute la mozione presentata da Azione, Conte se ne va a Palazzo Braschi a visitare la mostra su Matteotti. Azione, invece, fa in tempo a spaccarsi con Calenda e Richetti da una parte e Gelmini («Non siamo una caserma») e Costa dall’altra impegnati in un dibattito sul garantismo e sull’utilità o meno della mozione di sfiducia individuale. Il fatto è che il partito di Calenda ha promosso la mozione anti-Salvini ma si spacca su quella anti-Santanché con Costa che ormai da molti è dato in riavvicinamento (come la Gelmini) a Forza Italia. Calenda, che ha tutti con sé, ricorda che «su Salvini e Santanché non si tratta di garantismo, ma di argomenti politici. Non possiamo avere un vicepremier che ha un accordo in essere con Putin e una ministra del Turismo che imbarazza il Paese».

La Camera dei Deputati respinge la mozione di sfiducia contro il ministro Salvini

DIVISIONI

Il caso più eclatante è quello della nascente lista per gli Stati Uniti d’Europa. Già quasi spaccata. Italia viva vota la sfiducia a Salvini ma ha deciso di votare contro quella a Santanché. Più Europa la segue solo su metà percorso: sì alla sfiducia a Salvini, mentre non parteciperà al voto su Santanché. Uniti in Europa, divisi a Montecitorio: se la ridono quelli di destra e quelli di sinistra.  Renzi ha dato la linea: «Santanchè ministra ha fallito e la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla». Non tutta la maggioranza di governo è tanto convinta di dover difendere Santanché ma così bisogna fare per ora e così si farà. Intanto la destra festeggia per Salvini: «Ringraziamo l’opposizione per aver rafforzato con questo voto il governo e la maggioranza che lo sostiene. In molti in Italia avevano il dubbio che non fossero attrezzati per uno scontro con il centrodestra, per togliere ogni dubbio ci hanno fatto il primo assist e tra poche ore su Santanché o arriverà il resto»: questa l’estasi di Fabio Rampelli, vicepresidente di Montecitorio per FdI. E dopo l’ora di cena, il leader leghista festeggia così sui social: «La Camera respinge la mozione di sfiducia contro Salvini, con 211 no e 129 sì. Ennesima figuraccia della sinistra. Andiamo avanti col nostro lavoro». E oggi va in scena il renzismo senza limitismo: Italia Viva modello Daniela. 

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