Salvini, da Forza Italia un messaggio al leader della Lega: «Mai alleati con chi è contro la Ue»

Gli azzurri: «L’alleanza di governo è solida, però Le Pen e Afd sono incompatibili col Ppe»

Salvini, dal Forza Italia un messaggio al leader della Lega: «Mai alleati con chi è contro la Ue»
di Emilio Pucci
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Martedì 5 Dicembre 2023, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 01:23

«C’è chi ripropone l’inciucio con le sinistre, che ha portato l’Europa ai problemi di oggi, e chi pensa ad un futuro di benessere fondato su lavoro, sicurezza e libertà, guidato dal centrodestra unito anche a Bruxelles». Matteo Salvini non arretra. Dopo “Free Europe”, la kermesse dei sovranisti a Firenze, il leader della Lega rilancia il suo piano e attacca direttamente Roberta Metsola, rea di aver invitato a costruire una maggioranza “europeista” anche dopo le prossime Europee. La presidente del Parlamento europeo è in tour al Sud, in Italia (ieri a Lecce con il ministro Raffaele Fitto per un convegno sul Pnrr, poi in Calabria accolta dal governatore azzurro Roberto Occhiuto, oggi vede il vicepremier Antonio Tajani, mercoledì incontrerà la premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi) e per Salvini, al pari della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è diventata il bersaglio dell’affondo politico, contro l’abbraccio tra popolari e socialisti. dell’abbraccio con i socialisti, l’alleanza che guida la Ue. Salvini vorrebbe il centrodestra (e le destre) unito ma Forza Italia fa da argine, respingendo possibili alleanze con i tedeschi di Afd e anche con Marine Le Pen. 

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LE POSIZIONI

Gli azzurri, anche ieri, sono stati categorici: «Siamo – dice il capogruppo alla Camera Paolo Barelli – parte integrante del Ppe: siamo europeisti e quindi i partiti non europeisti non possono essere in maggioranza con noi».

Il poravoce del partito, Raffaele Nevi, aggiunge: «Io penso che sbagli Salvini ad andare appresso a personaggi che sono un po’ particolari, se vogliamo usare un eufemismo. La questione è una questione politica. Noi non possiamo fare alleanze con chi la pensa diversamente da noi». Entrambi, però, sottolineano come con il partito di via Bellerio si governi bene, l’alleanza «è solida». Da Fi arriva anche una mano tesa. è quella di Filippo Martusciello, capodelegazione azzurro a Bruxelles: «Le maggioranze si fanno dopo il 10 giugno. E Tajani non avrebbe difficoltà a garantire per Salvini».

Non si preoccupano quelli di FdI: «Salvini è in campagna elettorale, può dire quello che vuole», il messaggio da via della Scrofa. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture nei prossimi giorni rilancerà un’idea partorita settimane fa dal ministro Roberto Calderoli. Ovvero quella di far firmare un patto anti-inciucio agli alleati, alla stregua della richiesta avanzata proprio da Fdi durante i governi della scorsa legislatura. Nel partito di Meloni il ragionamento è semplice: non alimentare il dibattito. I conti, del resto, si faranno dopo le elezioni. La linea Maginot è la politica estera: «Il sostegno all’Ucraina e la difesa di Israele – dice il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli – è un tema molto sensibile per noi: se qualcuno è disposto a tacere su Hamas e vuole mettere sullo stesso piano aggressori e aggrediti, ovviamente per noi ci sarebbero dei pregiudizi sulle alleanze». 

I CENTRISTI DI LUPI

Netti anche i centristi della coalizione. «L’estrema destra – dice Maurizio Lupi di Noi moderati - non fa parte della storia del centrodestra italiano, noi moderati lavoriamo per rafforzare l’asse tra la nostra famiglia dei popolari con i liberali ed i conservatori, con la consapevolezza che contare di più in Europa è fondamentale per realizzare infrastrutture strategiche». È chiara la volontà di sottolineare l’incompatibilità, in qualsiasi scenario, di un’alleanza con partiti come Afd in Germania, Wilders in Olanda e Le Pen in Francia. E allo stesso tempo di non prestare il fianco a quelle che sono considerate delle strumentalizzazioni da parte delle forze d’opposizione. Nel mirino di Pd, M5S e degli altri partiti di opposizione è finita Forza Italia, accusata di essere ipocrita, di essere «la foglia di fico del governo più euroscettico che l’Italia abbia mai avuto». I leghisti tirano dritto: «A breve – replica il numero due della Lega, Andrea Crippa - gli austriaci potrebbero andare al governo di Vienna, Wilders ha vinto in Olanda e potrebbe divenire premier, Afd, in Germania, è il secondo partito. Inviterei a non etichettare come fascisti o nazisti questi schieramenti, perché non è corretto, in democrazia conta chi vince, chi ha consenso, chi ha i voti, non la tecnocrazia». Da qui a giugno, la strada è ancora lunga.

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