Saldi tutto l'anno, retromarcia sulla norma: dall'ira degli esercenti ai dubbi all'interno del governo, ecco cos'è successo

Comparsa nelle bozze di ieri, la norma è stata stralciata del Disegno di legge sulla Concorrenza la porzione di provvedimento che avrebbe permesso "sconti tutto l'anno"

Saldi tutto l'anno, retromarcia sulla norma: dall'ira degli esercenti ai dubbi all'interno del governo, ecco cos'è successo
di Francesco Malfetano
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Martedì 28 Marzo 2023, 15:51 - Ultimo aggiornamento: 16:02

Contrordine commessi! È saltata la norma che avrebbe dovuto portare in Consiglio dei ministri oggi, il 28 marzo, la liberalizzazione dei saldi, estendendo le vendite promozionali a tutto l'anno. Stamane infatti, dopo una breve comparsa nelle bozze di ieri, è stata stralciata del Disegno di legge sulla Concorrenza la porzione di provvedimento che avrebbe permesso "sconti tutto l'anno". 

Saldi tutto l'anno, ecco cosa prevedeva il ddl concorrenza

Retromarcia sui saldi

Ovvero avrebbe tolto alle Regioni il potere di decidere quando dovessero iniziare e finire saldi, stagioni e liquidazioni.

In sostanza, qualora fosse stata approvata in cdm, sarebbero diventate possibili le vendite promozionali libere e organizzate anche a ridosso dei tradizionali periodi di sconto. Una grande novità per i consumatori ma soprattutto per le associazioni di settore. Tant'è che quest'ultime, appresa in mattinata la novità, hanno messo in piedi un pressing serrato sull'esecutivo - e nel dettaglio sul ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso - per stralciare la norma. Un'operazione che, complice il sostegno delle Regioni, è andata a buon fine come ha lasciato trapelare in mattinata proprio il Mimit attraverso una nota. 

 

IL GIALLO


Resta però un giallo. A sentire i diversi ministeri interessati, in primis quello guidato da Urso, nessuno rivendica la paternità dell'iniziativa. Anzi, tra i tecnici del Mimit c'è chi parla più o meno apertamente di una «manina» che avrebbe inserito la normativa con l'intenzione di mandare Urso allo scontro con le categorie. C'è però anche chi, con l'occhio esperto degli uffici legislativi sempre alle prese con manovre politiche, sostiene che invece sia stato lo stesso ministro del made in Italy «a tentare il colpaccio» per guadagnare influenza e potere - a discapito delle Regioni - sulle associazioni di categoria.

Oggi infatti, come tutti gli italiani appassionati hanno bene in mente, sono i governi regionali a stabilire non solo data e durata dei saldi, ma anche la modalità, cioè se si tratta di vendite di fine stagione, promozionali o di liquidazione. Abitualmente le Regioni si accordano sul periodo, in modo da evitare eccessive differenziazioni in tutta la Penisola e generando quel calendario attesissimo dagli amanti dello shopping a gennaio e a luglio. Un modus operandi che, alla luce dello stralcio dell'articolo 7 presente nella bozza del ddl, ora resterà inalterato. Il governo infatti, ha rimandato tutto ad un confronto con associazioni di categoria e Regioni. 

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